La vetta degli eroi ora è sacra
A ricordo di tutti i caduti è stato steso un tricolore immenso: 50 metri per nove
Un tricolore immenso per ricordare tutti gli eroi, tutti i soldati e le loro mogli, che dalla montagna dell’Adamello non sono più scesi. Ieri, sulla cima più alta della provincia di Brescia — a 3.539 metri —, è stato steso un maxi tricolore di 50 metri per nove. La montagna è stata consacrata «Vetta sacra alla patria». L’iniziativa di «Impronta Camuna» ha superato tutte le difficoltà e ha raggiunto l’obiettivo grazie alla benedizione impartita dal cielo, volando in elicottero, dal cardinale Giovanni Battista Re.
In vetta una cinquantina di persone, fra gli organizzatori. A Edolo si sono invece concentrate le autorità per ricordare il centenario della Prima guerra mondiale e soprattutto, come ha più volte rimarcato Roberto Bontempi, presidente di Impronta Camuna, il valore della pace germogliato proprio tra i massi di tonalite, il granito dell’Adamello. L’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, camuno, ex capo di Stato maggiore della Difesa, ha ricordato che in quelle trincee fredde e fangose è stato gettato il seme del processo dell’unificazione europea.
Con i suoi 3.539 metri è il punto più alto del Bresciano. Situato nel comune di Edolo è nell’immaginario collettivo di chi ama la montagna dalla Brebemi in su. Scalato per la prima volta il 15 settembre 1864 da Julius vo-n Payer, un ufficiale austroungarico di origine boema, oggi per raggiungerlo le vie più battute sono tre. La prima, la più veloce, salendo la Val Miller attraverso il rifugio Gnutti e la Terzulli, una ferrata che conduce al passo Adamello prima della vetta. La seconda, pernottando al rifugio Garibaldi e risalendo poi la ferrata Brizio. La terza, la più suggestiva, partendo dal rifugio alla Lobbia Alta e attraversando tutto il ghiacciaio “Pian di Neve”