Ant, raddoppia la prevenzione
Aziende ed enti privati investono nella salute dei dipendenti: la spesa sale da 34 mila a 73 mila euro L’attività principale dell’associazione rimane l’assistenza domiciliare per i malati affetti da tumori
La missione di Ant è l’assistenza ai malati oncologici, ma la prevenzione è diventata parte importante dell’attività.
L’assistenza domiciliare ai pazienti oncologici è la vera missione di «Ant», l’Associazione nazionale tumori che dal 2001 a oggi ha assistito 4.872 persone «sofferenti» direttamente nelle loro case, in provincia di Brescia. Nel solo 2017 i pazienti sono stati 584, dei quali «384 presi in carico nel corso dell’anno e 139 entrati in regime di convenzione con istituti sanitari pubblici». Ma la vera novità, l’anno scorso, è stato l’aumento della partecipazione ai progetti di prevenzione, che rappresentano l’altro «lavoro» dell’associazione. In questo caso, Ant si occupa dei sani, offrendo visite ai dipendenti di aziende, istituti ed enti privati. I quali pagano per investire sulla salute dei loro dipresentazione pendenti. E così, nel corso del 2017 la partecipazione a questo programma di prevenzione è più che raddoppiata: dai 34.600 euro del 2016 ai 73.500 dell’anno scorso. Una crescita (+112%) che rappresenta una forma di finanziamento per l’associazione: il bilancio, che conta poco più di un milione di euro, si regge soprattutto sulle donazioni private (78,4% dei proventi), ma quasi un quinto dipende dalle convenzioni sanitarie per l’assistenza domiciliare ai malati oncologici. «Si tratta di un’assistenza professionale, fatta da 6 medici, 5 infermieri e una psicologa. Garantiamo questo servizio in convenzione con l’Ats di Brescia — spiega la presidente nazionale Raffaella Pannuti, ieri in Loggia per la del bilancio provinciale — E tuttavia, non sappiamo perché sia stato interrotto il contratto con l’Asst del Garda, dove seguivamo più di cento pazienti».
Come chiariscono dall’Azienda territoriale di Desenzano, la convenzione con Ant era basata su «un progetto sperimentale avvallato» dalla Regione. Poi, a fine 2016, dal Pirellone è partita una «riorganizzazione del servizio Cure palliative domiciliari che ha portato alla cessazione delle sperimentazioni in atto. Per la creazione della nuova rete — spiegano — è obbligatorio affidarsi all’elenco degli erogatori accreditati da Ats tenendo conto della suddivisione per aree della provincia». E Ant, al momento, risulta sì erogatore del servizio cure palliative nel territorio dell’Asst Spedali Civili, ma non in quello del Garda.
Da Desenzano fanno quindi capire di avere le mani legate, anche se non scartano l’ipotesi che un domani, «vista l’ottima attività svolta da Ant in questi anni, non si esclude che in futuro, mutate le condizioni, si possa avviare una nuova collaborazione», precisano dall’azienda territoriale del Garda. Che nel frattempo sta garantendo il servizio ai malati oncologici «tramite il proprio personale dell’Hospice di Gavardo integrato con due Oss e due infermieri acquisiti mediante rapporti di lavoro interinale».