Non c’è più solo Triennale: si va dai Navigli a City Life
Sino al 2015, gli unici milanesi che conoscevano Stefano Cerveni erano gourmet conoscitori della Franciacorta. Qualcuno se lo ricordava «cuochino» allo storico Due Colombe, nel centro di Rovato, gestito dalla famiglia, che conquistò la stella Michelin nel 2008. I più lo seguirono nel trasferimento a Borgo San Vitale, splendida sede attuale.
Ci voleva l’Expo per allontanarlo – in parte, sia chiaro – dal suo amatissimo territorio e farlo scendere nell’arena milanese. «Non avevo dubbi, il giusto timore sì – racconta Cerveni – ma ho capito subito insieme ai miei soci che dovevo cambiare il concetto del mio lavoro senza snaturarlo. Offrire in maniera diversa la qualità». La partenza è stata a tutto gas: gestire il ristorante sul tetto della Triennale, uno dei simboli della Milano «colta» e grande attrattiva per gli stranieri. L’idea di chiamarlo Osteria con Vista dice molto della visione semplice, piacevole mai presuntuosa del 49enne di Rovato che ha conquistato in pochi mesi il pubblico. Centinaia di coperti al giorno, le buone recensioni, la scoperta di una città che premia l’impegno. Evidentemente era solo questione di sbloccare il talento e trovare la misura perché Cerveni in Triennale – oltre all’Osteria con Vista – ha attivato una pizzeria e un caffè-bar. Poi si è dedicato alla Darsena, mai così vivace, lanciando lo smart bar Vista Darsena (curiosità, da questo locale si gode il miglior tramonto sui Navigli), un laboratorio di pasticceria e il recente Social Market Fish’n Chips che sta spopolando per la sua frittura perfetta. E tra poche settimane, nascerà un chiringuito di lusso tra il verde di City Life, il quartiere sorto dove c’era la Fiera Campionaria. Alla faccia del timore... «Con i miei soci Ugo Fava e Marco Giorgi stiamo facendo un eccellente lavoro, ragionando su cosa piace al pubblico – continua Cerveni – non c’è mai l’idea di sapere tutto ma tanta attenzione e disponibilità soprattutto verso i clienti giovani. Tra l’altro abbiamo tantissimi ragazzi impegnati nei locali del gruppo e che stiamo crescendo bene, professionalmente». Visto che l’ubiquità non gli appartiene, c’è da chiedersi come faccia Cerveni a seguire tutto. «Organizzazione e grandi collaboratori. Lo so che qualcuno pensa sempre a un Due Colombe meno seguito, in realtà è esattamente l’opposto: da quando sono impegnato a Milano, mi sento più completo e quindi mi diverto maggiormente al ristorante». E questa città, così piena di bresciani? «È vero, ne incontro parecchi di ogni settore. Non mi stupisce perché unendo la nostra determinazione nell’affrontare e finire le cose difficili siamo in grado di fare benissimo in una metropoli che continua a lanciare sfide. Poi il mix ideale è quello con chi vive qui e conosce alla perfezione Milano: anche per questo io mi sono trovato bene e i miei soci si sono trovati bene con me. E per un certo verso, abbiamo appena iniziato a divertirci». (m.b.)