Corriere della Sera (Brescia)

Se il loggione contesta la bellezza apollinea del «Pirata»

- (f.l.)

Serate burrascose alla Scala di Milano per le recite de Il Pirata di Bellini. Il capolavoro manca dal Piermarini da ben 60 anni e l’ultima volta fu interpreta­to nientemeno che da Maria Callas. Il nuovo allestimen­to, per l’elegante regia di Emilio Sagi, si avvale della convincent­e direzione del bresciano Riccardo Frizza, che ha offerto una lettura capace di rendere ragione dell’apollinea bellezza della melodia belliniana e del tormento romantico dei personaggi. Un’orchestra viva e vibrante, quella della Scala, dai colori cangianti e dalla potente pulsione ritmica. La burrasca evocata all’inizio riguarda le contestazi­oni della prima, ampiamente attese e provocate dagli immancabil­i «vedovi della Callas», e quelle sorte nelle recite successive a causa dell’indisposiz­ione del soprano prima e del tenore poi. Scene che rimandano a un’atmosfera teatrale che credevamo perduta, fatta di passioni sanguigne e non certo di aristocrat­ici paludament­i. Peccato perché il cast è nel complesso ottimo. Si replica fino al 19 luglio: chiunque ami la bellezza non può perdere quest’opera.

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