Il tram diventa arte fra collage e colori pop
Perché il movimento della Pop Art si chiama così? Pop nasce dalla parola inglese «popular». Dunque un’arte dal linguaggio comprensibile, il linguaggio dei mass media, dei fumetti, della pubblicità. Un linguaggio per tutti. È incentrato proprio sulla Pop Art, con libere e varie divagazioni, il calendario di mostre ed eventi «St art», nato poco più di un anno fa al Mondadori Store di piazza Duomo 1: curato dal giornalista Angelo Crespi, il programma si pone l’obiettivo di rendere più accessibili l’arte contemporanea e le sue declinazioni, valorizzando al tempo stesso artisti più e meno giovani. Dopo aver ospitato alcuni tra i migliori street artist milanesi, come Pao e Felipe Cardeña, da oggi al 2 settembre prossimo il palinsesto mette in scena il collettivo «ItalianCode», formato da Stefano Albertini, Luciano Bobba e Max Portale (ore 9-23, www.mondadoristore.it). La rassegna, intitolata «Italian (Pop) Code», ruota intorno a un soggetto tipico del nostro paesaggio urbano: il tram, quello storico Carrelli, nato nel 1928, è stato rivisitato in chiave, appunto, pop: tra sciabolate di colore, numeri e segni, strappi di rotelliana memoria, collage e décollage ispirati alle avanguardie storiche del Novecento. Accanto alle opere il corto del fotografo e videomaker Dimitar Harizanov detto Spiderman, bulgaro naturalizzato milanese, seguitissimo su Istagram. Harizanov è noto per avere trasformato il suo mestiere (il lavavetri) in un’occasione per cambiare vita e prospettiva: dalle cime dei grattacieli ha iniziato a scattare foto e girare riprese, rappresentando la città in modo sorprendente e spettacolare.