La storia «pettinata» di Matilde Brescianini con i suoi Caraviaggianti
Per Matilde Brescianini è quasi un sogno che si realizza. Impegnata giorno e notte da giorni a Perugia, domani lo spettacolo (già sold out) «I Caraviaggianti» da lei prodotto viene presentato in anteprima a Umbria Jazz. Bresciana, 54 anni, Matilde è originaria di Chiari e a lungo è fino a pochi anni fa è stata parrucchiera, fino a quando non ha deciso di lanciarsi nella produzione di eventi culturali. «Provengo da una famiglia umile, dove non c’erano ambizioni di studio — si racconta —. Il primo libro lo vidi a scuola, ne sento ancora il profumo, e il pensiero che ebbi fu: questo oggetto mi salverà». Con la prima comunione scopre anche il mondo della musica ma a 14 anni, fine della scuola dell’obbligo, inizia a lavorare come parrucchiera. Per anni la storia è questa, poi un negozio tutto suo. Il nome dell’attività? Medulla. Il negozio si trasforma ben presto in sede culturale per eventi. I settimanali di gossip sono banditi mentre trovano spazio riviste culturali. Nel 2013 conosce il mecenate bresciano (rigorosamente anonimo) che decide di sostenerla nelle sue ambizioni, finanzia le prime produzioni e la nascita di Tadaam, impresa che opera nel campo della produzione artistica. In memoria di Stefano Battaglia è stata la prima produzione significativa, altre ne sono seguite fino a quelle più recenti. Tra queste (in collaborazione con la Braidense) la «Musica dell’inchiostro » la scorsa primavera alla Pinacoteca di Brera, progetto artistico che ha avuto come protagonisti due eminenti calligrafi contemporan ei, il maestro cinese Luo Qi e l’italiano Silvio Ferragina. Adesso tocca ai Caraviaggianti. Ideata dalla pianista Rita Marcotulli, che ne ha scritto anche le musiche, in scena ci saranno anche la giapponese Mieko Miyazaki, il messicano Israel Varela, il norvegese Tore Brunborg, il francoalgerino Michel Benita, gli italiani Michele Rabbia e Marco Decimo. I testi sono di Stefano Benni, regia e visual designer sono di Karmachina. Più che un concerto un lavoro multimediale nel quale musica, parole e immagini aiutano a cogliere altri sguardi sulle opere del Caravaggio. «Un’opera che, attraverso strumenti e arie, si muove in modo trasversale e liberamente attraverso il jazz, la musica classica e quella contemporanea, l’elettronica. Un omaggio all’arte di un genio e nello stesso tempo all’arte italiana». Coproduttore dello spettacolo, insieme a Tadaam, è Umbria Jazz, un riconoscimento chiaro al valore del progetto. «Tadaam è un viaggio, un incontro tra persone — spiega Matilde —; intorno c’è una piccola comunità di persone che ringrazio». Spera di poter trovare altri sostenitori, in modo da poter continuare a fare «un lavoro bellissimo». «Mi piace stare dietro le quinte e veder nascere le cose», spiega. Ha trovato diffidenza nel mondo dello spettacolo, lei che nasce come parrucchiera e diventa produttrice? «Direi di no - sorride -. In fin dei conti il mio è un percorso molto jazz e questo piace. Anzi, proprio perché sono un po’ estranea al mondo dello spettacolo molti artisti, a volte, hanno un atteggiamento quasi protettivo».