Corriere della Sera (Brescia)

La storia «pettinata» di Matilde Brescianin­i con i suoi Caraviaggi­anti

- Thomas Bendinelli

Per Matilde Brescianin­i è quasi un sogno che si realizza. Impegnata giorno e notte da giorni a Perugia, domani lo spettacolo (già sold out) «I Caraviaggi­anti» da lei prodotto viene presentato in anteprima a Umbria Jazz. Bresciana, 54 anni, Matilde è originaria di Chiari e a lungo è fino a pochi anni fa è stata parrucchie­ra, fino a quando non ha deciso di lanciarsi nella produzione di eventi culturali. «Provengo da una famiglia umile, dove non c’erano ambizioni di studio — si racconta —. Il primo libro lo vidi a scuola, ne sento ancora il profumo, e il pensiero che ebbi fu: questo oggetto mi salverà». Con la prima comunione scopre anche il mondo della musica ma a 14 anni, fine della scuola dell’obbligo, inizia a lavorare come parrucchie­ra. Per anni la storia è questa, poi un negozio tutto suo. Il nome dell’attività? Medulla. Il negozio si trasforma ben presto in sede culturale per eventi. I settimanal­i di gossip sono banditi mentre trovano spazio riviste culturali. Nel 2013 conosce il mecenate bresciano (rigorosame­nte anonimo) che decide di sostenerla nelle sue ambizioni, finanzia le prime produzioni e la nascita di Tadaam, impresa che opera nel campo della produzione artistica. In memoria di Stefano Battaglia è stata la prima produzione significat­iva, altre ne sono seguite fino a quelle più recenti. Tra queste (in collaboraz­ione con la Braidense) la «Musica dell’inchiostro » la scorsa primavera alla Pinacoteca di Brera, progetto artistico che ha avuto come protagonis­ti due eminenti calligrafi contempora­n ei, il maestro cinese Luo Qi e l’italiano Silvio Ferragina. Adesso tocca ai Caraviaggi­anti. Ideata dalla pianista Rita Marcotulli, che ne ha scritto anche le musiche, in scena ci saranno anche la giapponese Mieko Miyazaki, il messicano Israel Varela, il norvegese Tore Brunborg, il francoalge­rino Michel Benita, gli italiani Michele Rabbia e Marco Decimo. I testi sono di Stefano Benni, regia e visual designer sono di Karmachina. Più che un concerto un lavoro multimedia­le nel quale musica, parole e immagini aiutano a cogliere altri sguardi sulle opere del Caravaggio. «Un’opera che, attraverso strumenti e arie, si muove in modo trasversal­e e liberament­e attraverso il jazz, la musica classica e quella contempora­nea, l’elettronic­a. Un omaggio all’arte di un genio e nello stesso tempo all’arte italiana». Coprodutto­re dello spettacolo, insieme a Tadaam, è Umbria Jazz, un riconoscim­ento chiaro al valore del progetto. «Tadaam è un viaggio, un incontro tra persone — spiega Matilde —; intorno c’è una piccola comunità di persone che ringrazio». Spera di poter trovare altri sostenitor­i, in modo da poter continuare a fare «un lavoro bellissimo». «Mi piace stare dietro le quinte e veder nascere le cose», spiega. Ha trovato diffidenza nel mondo dello spettacolo, lei che nasce come parrucchie­ra e diventa produttric­e? «Direi di no - sorride -. In fin dei conti il mio è un percorso molto jazz e questo piace. Anzi, proprio perché sono un po’ estranea al mondo dello spettacolo molti artisti, a volte, hanno un atteggiame­nto quasi protettivo».

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