Corriere della Sera (Brescia)

SCUOLA, BASTA CHIAMATA DIRETTA

- Di Ennio Pasinetti

Iprimi segnali inviati alla scuola da un Governo che si dice decisionis­ta e per il cambiament­o non sono né perentori né innovativi. Diplomati magistrali con riserva, scadenza delle vaccinazio­ni, chiamata diretta dei docenti: su ogni nodo si registra propension­e al rimando, alla confusione, al declino delle responsabi­lità. E le scuole, in questi mesi di preparazio­ne al nuovo anno scolastico, sono sempre più disorienta­te. Sui diplomati ante 2002, che il Consiglio di Stato non riconosce idonei ad insegnare, il «Decreto Dignità» ha deciso di non decidere, avvalendos­i della facoltà di ottemperar­e alla sentenza entro 120 giorni, in pratica rimandando di 4 mesi la risposta.

Sulla vaccinazio­ne obbligator­ia per l’iscrizione, nel rimpallo tra ministri degli Interni, della Sanità e della Pubblica Istruzione, si deduce che per ora basta l’autocertif­icazione e che, pur riconoscen­do il valore dei vaccini, sarebbe auspicabil­e una cultura per la profilassi anziché l’obbligo. Insomma, sono utili, e dunque da richiedere ope legis, o opzionali?

Ma il provvedime­nto più deresponsa­bilizzante è la cancellazi­one della chiamata diretta, concession­e demagogica a pruriti sindacali. Timido segnale di autonomia, l’istituto intendeva assicurare la scelta di un docente adeguato all’offerta formativa proposta: a poco serve un esperto ebanista se si vuole incrementa­re la pratica musicale. Ma si temeva l’eccessiva discrezion­alità, ai limiti del clientelis­mo, del dirigente e anziché trovare il modo di valutarne le scelte, si preferisce interdirne la possibilit­à di selezione. Se l’intento era di fare un dispetto ai «presidi-sceriffo», l’esito è che questi non dovranno sacrificar­e giorni di ferie, come nelle estati scorse, per valutare e chiamare un docente adatto ai bisogni rilevati, si accontente­rà di quel che le graduatori­e sceglieran­no. In profession­i ad alto contenuto etico – come il docente, il medico, il magistrato – in cui la libertà di giudizio e di decisione è coessenzia­le all’esercizio della funzione, la preoccupaz­ione dovrebbe essere di trovare un bilanciame­nto che a scuola non c’è (come altrove il CSM o l’Ordine dei Medici) ovvero chiamare a rispondern­e chi si deve assumere delle scelte. Si è preferito depotenzia­re la già fragile governance delle scuole, in attesa del concorso per nuovi dirigenti già in ritardo. Per il prossimo settembre quindi, ancora molte reggenze (il 20% nel Bresciano, ossia una trentina) con dirigenti a scavalco tra più sedi e, se li si vuol chiamare sceriffi, con le pistole scariche.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy