Depuratori (assenti) e sanzioni Nel bresciano record di criticità
Trenta dei 37 agglomerati «sotto infrazione» sono nella nostra provincia
«È assurdo che nel 2018 in Lombardia esistano ancora interi comuni che scaricano le loro fogne direttamente nei corsi d’acqua».
Un paradosso, quello sollevato da Legambiente, che in provincia di Brescia coinvolge 30 agglomerati urbani. Tra questi c’è il caso di Calvisano — serve la «completa costruzione della rete fognaria del Comune» — ma anche l’ignavia che caratterizza gran parte dei paesi della Val Trompia: molti di loro, entro il 2021, dovrebbero allacciarsi al futuro depuratore di Concesio. Palesi irregolarità che sono al centro della (terza) procedura d’infrazione aperta dall’Europa nei confronti dell’Italia sul tema depurazione e collettamento.
Correva l’anno 2014 e gli agglomerati urbani coinvolti nella fase di avvio della procedura d’infrazione erano 99 (con interventi complessivi per 330 milioni di euro). Ad oggi, in Lombardia ne restano 37, di cui 30 nella sola provincia di Brescia.
Un triste primato che secondo l’associazione deve essere superato al più presto. «Siamo sempre più sconcertati da questa situazione — dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia — e dalla lentezza con cui si sono affrontati i problemi, rimandando le soluzioni». La speranza è che «i Comuni abbiano abbandonato le logiche da campanile».
Il problema riguarda l’intera provincia, a macchia di leopardo. Ma non tutti gli «agglomerati» riusciranno a completare i lavori entro la stessa data: San Zeno Naviglio e Malonno dovrebbero chiudere i cantieri entro il 2019; dieci comuni dalla Valsabbia alla Bassa bresciana hanno tempo fino alla fine del 2020; Calvisano, che rappresenta uno degli interventi più rilevanti, ha un orizzonte di 15 anni, fino al 2033. In questa lista grigia si contano comuni piccoli, come Alfianello, e altri di medie dimensioni, come Rovato o Lonato. Quest’ultimo è al centro di una discussione sul futuro del nuovo depuratore del Benaco. Il comune del Basso Garda, infatti, potrebbe «ospitare» il nuovo depuratore, risolvendo così alcune irregolarità oggi al centro del focus dell’Unione europea. Ipotesi che prende piede dopo che l’impianto di Calvisano ha perso punti. Ed è proprio sul nuovo sistema di collettamento del lago che Legambiente chiede a tutti gli enti locali coinvolti «uno sforzo di tenuta d’insieme». L’arretramento infrastrutturale di molti comuni bresciani determina oggi una corsa agli investimenti. E qualcosa forse arriverà a compimento prima del previsto: entro fine 2018, infatti, dovrebbe essere pronto il depuratore di Nuvolera, un’opera da 4 milioni costruita da A2A per un territorio di 25 mila abitanti oggi sprovvisti di depurazione.
Per tutti gli altri comuni bisogna rispettare i tempi Ue: ad oggi, le sanzioni comunitarie non sono ancora state messe in campo. Ecco perché Legambiente invita a «procedere in modo spedito» con i lavori.