Maxi frode da un miliardo: condannati in 21
Operazione «All Inclusive»: il gip dispone pene per oltre 92 anni di reclusione per evasione fiscale Al centro dell’inchiesta uno studio milanese che offriva «pacchetti» per non versare tasse e imposte
A sette mesi dall’omonima operazione della Guardia di Finanza il «pacchetto all inclusive» lo ha servito il tribunale: sul banco dell’aula al piano terra dove si è celebrato il processo con rito abbreviato a carico di 22 imputati, a vario titolo, di una maxi frode fiscale un miliardo e 365 milioni di euro. Il gip Carlo Bianchetti ha disposto 21 condanne — e un’assoluzione — per 92 anni e 4 mesi di reclusione complessivi. Pene che vanno da un minimo di un anno e sei mesi, a un massimo di sette anni. Il pm, Fabio Salamone, ne aveva chiesti «solo» 75 e 6 mesi.
Al centro dell’inchiesta, lo studio milanese di consulenze fiscali Gesti, che stanno agli elementi emersi durante le indagini avrebbe offerto a decine e decine di imprenditori un ventaglio di offerte «all inclusive» in base alle rispettive esigenze, per riuscire a «rimpicciolirsi» agli occhi del Fisco piuttosto che a scomparire completamente. E non pagare nemmeno un euro di tasse, contributi e imposte. Pensavano a tutto loro, i «consulenti», che alle aziende interessate offrivano la costituzione di società fittizie — ormai note come cartiere, le quali assicuravano una provvista indebita di Iva grazie a un paniere di fatture false, che spesso riportavano però i loghi veri di altre imprese ignare del giro sporco, per operazioni inesistenti a sfornata continua per compensare i contributi. Ma anche prestanome, alias, virtual office, contabilità distrutta, modelli F24 preconfezionati su misura.
In cerca dell’evasione apparentemente perfetta, sempre secondo gli inquirenti, ci sono andate ben 176 aziende edili. Per lo più tra Brescia (Palazzolo, Orzinuovi, Castrezzato, Rovato, Chiari) e Bergamo. E 132 avrebbero avuto un domicilio fittizio — uno risultò persino alla stazione ferroviaria di Rovato — messo a disposizione dallo studio di consulenza tributaria, con tanto di fattorino (over 70) a ritirare la corrispondenza per 50 euro a viaggio. In gennaio il gip firmò 25 ordinanze di custodia cautelare (8 in carcere, 9 ai domiciliari, 8 con obbligo di firma) e sequestrato 250 conti correnti, 199 immobili da 15 milioni in tutta Italia, 22 terreni, 58 auto. Il conto: oltre 180 milioni di euro. nel suo dispositivo il gip ha disposto anche «la confisca dei beni mobili e immobili in sequestro preventivo» nei confronti di alcune società coinvolte, e nei confronti degli imputati condannati.
Graziano Gesti, 42 anni, milanese, ritenuto il riferimento del gruppo, e la compagna Elisabetta Dell’Onore, detta Giusy, sono stati condannati a sei anni (per lei il pm ne aveva chiesti quattro). La pena più alta, vale a dire sette anni di reclusione, è stata invece comminata a Domenico Mummolo.
Le altre pene, nel dettaglio: due anni e dieci mesi a Pietro Anni, 4 anni e due mesi a Davide Avogadri, 6 anni e sei me- si a Giuseppe Bonaldi, 3 anni e dieci mesi a Manuel Bonetti, 4 anni a Fabrizio Busetti, 4 anni e otto mesi a Marialuisa Corsini, 5 anni e sei mesi per Alfio e Salvatore Donsì, 3 anni a Ersilio Festa e 6 anni e sei mesi a Ivano Festa, 4 anni e sei mesi a Manuel Maffi,2 anni e 8 mesi a Rocco Mamone, 5 anni e 8 mesi a Luca Pedrali, un anno e 6 mesi a Luciano Rossi, un anno e 8 mesi a Mauro Serlini, 4 anni e 6 mesi a Rosanna Tratta, 3 anni e due mesi a Luca Zanchi.
Non solo. Il gip Carlo Bianchetti ha anche ordinato la trasmissione degli atti alla procura «affinché valuti l’eventualità di procedere» nei confronti di alcuni degli imputati «per il reato di calunnia, in relazione alla formazione di false fatture a nome di soggetti terzi, così creando loro danno, ben consapevoli della loro innocenza, le prove del reato di emissione di fatture relative a operazioni inesistenti».