Corriere della Sera (Brescia)

Si spara con la pistola d'ordinanza Agente della Locale muore al comando

Il dramma nel municipio di Desenzano. Il sindaco: «Un ragazzo speciale»

- M. Rod.

La passione per gli animali, i viaggi, lo sport. E il suo pianoforte, che spesso gli faceva compagnia prima di addormenta­rsi. L’amore per la famiglia (viveva con i genitori a Carzago di Calvagese) e quella divisa che indossava ormai da quasi 18 anni. Il volontaria­to — andò in Umbria dopo il terremoto — e la devozione verso coloro che avevano bisogno di una mano, o sempliceme­nte di un sorriso. Perché le parole gentili, Alessandro, che i suoi primi 40 anni li aveva compiuti in aprile, non le lesinava mai.

Ma nonostante i sorrisi, qualcosa doveva essersi spento dentro, ultimament­e. Un tormento che toglieva il sonil no e la quiete, un dolore che nessuno, forse, conosceva fino in fondo. Non a questo punto. E a quell’inquietudi­ne così tremendame­nte insopporta­bile lui ha deciso di mettere fine per sempre. Agente della polizia locale di Desenzano, appena rientrato dalle vacanze, regolarmen­te in servizio al comando, attorno alle 11 del mattino, negli spogliatoi, ha impugnato la sua polizia d’ordinanza e ha premuto grilletto. Poi il buio. Il silenzio e le urla di chi, quello sparo lo ricorderà per sempre.

«Ero in commission­e Spettacoli con il comandante, ci hanno chiamato e siamo corsi in municipio» racconta il sindaco, Guido Malinverno, con la voce provata dalla commozione. È stato lui, per scelta, a informare la famiglia di quanto successo. «E non me lo dimentiche­rò per tutta la vita, ma non potevo fare altrimenti». Tutti sotto choc. Perché «Alessandro, per me, era un ragazzo straordina­rio, speciale. E lui lo sapeva. Sempre così solare...». «Il migliore di tutti noi» sussurrava un ex collega in lacrime nei corridoi del Comune.

Pare non abbia lasciato lettere. Ma «non ci sono stati segnali di un disagio evidente, non ci siamo accorti di nulla. Altrimenti ci saremmo comportati di conseguenz­a. Niente del genere». Le parole non trovano pace. «Ma da cattolico quale sono, mi auguro soltanto che invece Alessandro possa trovare la pace che merita altrove».

Sulla sua pagina Facebook, sotto le foto felici nei tanti viaggi per il mondo, i messaggi degli amici. Tanti, tantissimi. «Ale perché.. Eri la persona più buona e di gran cuore che conoscevo. Mi mancherai, fai buon viaggio».

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Le indagini sono state affidate ai carabinier­i di Desenzano, ma è parso subito chiaro si sia trattato di un gesto estremo
Le indagini Le indagini sono state affidate ai carabinier­i di Desenzano, ma è parso subito chiaro si sia trattato di un gesto estremo

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