Corriere della Sera (Brescia)

Il «dietro le quinte» dell’arte fotografat­o dai grandi autori

Il Mo.Ca. amplia gli spazi per la mostra in 4 sezioni. La vernice in ottobre

- Alessandra Troncana

Maglione con la zip, il ciuffo laccato e una pelliccia leopardata buttata sulle gambe: ha fotografat­o Andy Warhol nella factory, tra le cosce di Edie Sedgwick e mentre svuotava una Pepsi light.

Ugo Mulas ha scoperto l’America a Venezia, mentre consumava le suole delle scarpe alla Biennale del 1964. La Pop art lo lusinga, lo seduce e lo strattona. Lui la lascia fare: prende un volo per New York, Alan Solomon lo porta negli atelier di Rauschenbe­rg e della sua corte dei miracoli. Poi lo lascia solo con la sua macchina fotografic­a e se ne va ad ascoltare dischi da qualche parte: «Pensava avesse più senso un mio errore che un suo suggerimen­to».

Duchamp nel suo salotto, seduto su una scultura di Brancusi con il sigaro incollato alla bocca. Il letto sfatto dello studio Rauschenbe­rg. Ma anche Lucio Fontana con il suo stanley in mano, appoggiato alla tela, e un pittore trascinato via dai poliziotti sotto i portici del caffé Florian, a Venezia.

Le sue foto dietro le quinte dell’arte, negli atelier di New York, alle vernici e alle biennali, saranno al Mo.Ca. con quelle dei suoi colleghi: Uliano Lucas e Gianni Berengo Gardin, per fare due nomi a caso. L’esposizion­e che Renato Corsini, direttore del Macof, il Centro della fotografia, sta per allestire nell’ex tribunale (la vernice a ottobre) ruota intorno alle affinità elettive tra due arti che, almeno all’inizio, si scrutavano di sbieco: fotografia e arte.

Reporter che inseguono le tracce di pittori e scultori, li ritraggono nei loro studi mentre disegnano mappe (Ugo Mulas e Jasper Johns) o appendono i quadri alle pareti, mentre ordinano un bicchiere di vino al bar Giamaica o si mettono consapevol­mente in posa.

L’idea è di estendere il percorso dal piano nobile al piano terra del Mo.Ca. (da quando ha iniziato a girare la voce del progetto, il numero di reporter sarebbe diventato consistent­e), e di allestire quattro sezioni. Le fotografie di artisti all’opera, mentre danno forma alle loro visioni, quelle scattate nei momenti intimi della loro vita privata, i ritratti delle opere stesse e, infine, gli scatti fatti al pubblico che riprende quadri e sculture con il cellulare.

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Factory Warhol fotografat­o da Mulas a New York

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