Baustelle
Tra chitarre metal, elettronica «amore e violenza», i superstiti del cantautorato sotto la Loggia
Da luglio i Baustelle sono impegnati nel tour estivo dedicato alla presentazione del nuovo album L’amore e la violenza vol. 2, ai vertici delle classifiche. La band di Montepulciano farà tappa a Brescia stasera alle 21.30 in piazza Loggia, all’interno della rassegna Brescia Summer 2018 Music (biglietti a 25 euro, info cipiesse-bs.it). Il frontman Francesco Bianconi fa il punto della situazione in modo chiaro e sereno, coerente con le idee del gruppo: rock indie senza eccessi che trova la luce in una moltitudine di stili senza tuttavia cadere nel basso profilo commerciale. Francesco, cosa dobbiamo aspettarci dal concerto? «Dico subito che metà scaletta riguarderà i brani della nostra ultima fatica discografica, poi suoneremo le canzoni del passato riarrangiate, utilizzando i suoni del disco nuovo. Noto con piacere che ci seguono i fan dei primi cd ma anche parecchia gente che prima non ci conosceva, e non perché si sia fatta trascinare pur rimanendo nel dubbio. Ormai con i mezzi di ascolto nessuno è ignorante, oggi un giovane segue un concerto solo se conosce e apprezza chi suona».
Come possiamo definire l’evoluzione dei Baustelle in questi ultimi anni?
«Mi piacerebbe non essere migliore o peggiore rispetto agli esordi, ma semplicemente diverso. Conta come sei oggi, i magari rinvigorito da nuove esperienze, nuovi incontri e voglia di raccontarsi».
Anche in Italia il contesto musicale è totalmente cambiato: l’era del glorioso cantautorato perde nel tempo incisività lasciando campo al nuovo che avanza.
«Oggi è tutto uguale e vieni rassicurato con canzoni dai facili sentimenti. Ai giovani dico che ci vuole impegno per giudicare, non dico un’educazione vera e propria, ma perlomeno un’analisi più oggettiva attraverso l’attento ascolto per non rimanere attaccati alle mode».
Come vede l’intasamento musicale nel web?
«Più c’è libero accesso al web e più la conoscenza si abbassa, in ogni campo. Detto ciò, nessuno si è seriamente opposto alla pirateria musicale, anche se oggi le cose sono un poco migliorate. Certo, a me piace la tecnologia, penso sia meglio registrare col computer che con il registratore a nastro. Il digitale, seppur con la sua freddezza, ti facilita la vita. E abbatte i costi».
Il vostro rimane un suono ancora artigianale.
«Chitarre, basso, batteria, voce, tastiere e… ancora chitarre. Si, ci piace esibirci senza trucchi».
Evoluzione Mi piacerebbe non essere migliore o peggiore rispetto agli esordi, ma semplicemente diverso: conta tanto la voglia di raccontarsi