Corriere della Sera (Brescia)

Franz Ferdinand, i padroni del dancefloor

- Giulia Bertuzzi

From Glasgow to Gardone Riviera. L’altra sera, i Franz Ferdinand hanno preso posto sul palco dell’Anfiteatro del Vittoriale ospiti del cartellone di Tener-amente (stasera tocca a Francesco De Gregori). Un’ora e mezzo di concerto in cui si condensano i 14 anni di carriera e fruttuosa attività della band di Alex Kapranos e soci.

Lui, l’anglo-greco col pallino austro-ungarico, abbigliato per l’occasione con una camicia da coach di una squadra di bowling, si dimostra un perfetto mattatore della serata. In scaletta i pezzi storici della band, da The dark of the matinée, No you girls,a Do you want to, fino ai pezzi più recenti tratti dall’ultimo album, Always Ascending. Il pubblico non esita a classifica­rsi come altamente indiscipli­nato e ad esplodere frequentem­ente all’unisono con i riff di chitarra di Dino Bardot, nuovo chitarrist­a del gruppo dopo l’abbandono di Nick McCarthy.

Del resto, restare composti sulle note di Walk away è una costrizion­e che nessun fan potrebbe digerire. Inoltre, sono gli stessi Franz Ferdinand che su Take me out invitano in modo esplicito il pubblico a non sedersi e a prendere parte attivament­e al concerto: «Please stand up, it’s a party, we must have fun!».Il resto del concerto si svolge a grande accelerazi­one: Ulysses, Love Illuminati­on, Jacqueline si susseguono senza sosta al cospetto di un pubblico sempre più galvanizza­to. L’acustica è buona e, canzone dopo canzone, Kapranos e band si fanno più spigliati dando sfoggio di un’agilità sul palco che pareva assente nel corso dei primi pezzi. Conclusion­e della serata affidata a This Fire, cavalcata finale che sembra non raggiunger­e mai la chiusura con l’incessante ripetersi del ritornello I’m gonna burn this city cantato da tutto il pubblico.

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