Portofranco è un mondo soffice
Rivoluzione e poesia per gli artisti della Galleria Toselli. La mostra in Triennale
Il loro è un mondo soffice. Definizione calzante coniata da Elena Pontiggia per descrivere il milieu di «Portofranco», cerchia di pittori che gravitano fin dagli Anni Novanta nell’ambito della milanese Galleria Toselli, nata nel 1967. Intorno a questa tendenza — non si tratta tanto di un gruppo strutturato quanto di un clima comune — si articola la mostra «Soft revolution. Franco Toselli e gli artisti di “Portofranco”», che apre al pubblico oggi in Triennale (fino al 26-8, viale Alemagna 6, mar.-dom. ore 10.30-20.30, ingresso libero, triennale.org). Curata da Pontiggia, la rassegna racconta con opere significative un’esperienza creativa di ascendenza concettuale e tuttavia poetica, visionaria, affabile, leggera. «Non c’è un tema che ci unisce, non c’è un manifesto, non c’è un’ideologia. L’unico punto che ci accomuna tutti è la libertà», ha detto uno dei rappresentanti, Enzo Forese, in esposizione con Braghieri, Faita, Formica, Lisa Ponti, Puxeddu, Truffa e altri. Libertà che torna anche nel nome: «Portofranco» allude scherzosamente al nome del gallerista Toselli, ma anche all’idea di un luogo dove in passato non esistevano formalità e barriere doganali. «Questi artisti condividono una apparente immediatezza, una complessa semplicità — afferma la curatrice — un lirismo a volte ironico, a volte stupefatto, a volte entrambe le cose; una levità che si esprime spesso nella predilezioni per formati piccoli e materiali minimi, una sorta di tenerezza verso figure e cose, un amore per la vita indifesa, fiori, animali e ambiente compresi». Tra i principali riferimenti Charlemagne Palestine, Tony Cragg, Nicola De Maria, Milan Kunc, Peter Angermann, che appaiono in mostra con pezzi esemplari contribuendo a ricostruire il mosaico complessivo. In catalogo anche la testimonianza di Toselli, noto per le sue intuizioni sempre indovinate: dalle diverse sedi della sua galleria, oggi all’Arco della Pace, sono passati i più grandi nomi internazionali dell’Arte Concettuale, dell’Arte Povera e della Transavanguardia.