Scuola e appalti «Più garanzie»
Un messaggio in Rete ai vertici della politica, affinché le lavoratrici della scuola non siano più discriminate.
Anche i sindacati ricorrono ai «social» per denunciare con un video messaggio le condizioni in cui vivono le lavoratrici degli appalti scolastici, «affinché il governo e il parlamento pongano rimedio ad una discriminazione — si dice nel messaggio — già sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea nel giugno 2010».
Destinatario il Presidente del Consiglio, mittente le tre organizzazioni sindacali di commercio, terziario, turismo e servizi della Lombardia. I sindacati lamentano che «mentre si parla di riformare la Fornero (la legge sulle pensioni), ci si dimentica che le lavoratrici degli appalti scolastici e i part-time ciclici sono oggi costrette a lavorare almeno il 25% in più degli altri lavoratori per aver accesso alla pensione». «Per ottenere il riconoscimento di un diritto, queste lavoratrici sono costrette a promuovere vertenze nei confronti dell’Inps che vedono l’ente inevitabilmente soccombere. Nella provincia di Brescia sono circa 1.800 le lavoratrici degli appalti scolastici di cui oltre 300 si sono rivolte alle organizzazioni sindacali per promuovere vertenze nei confronti dell’Inps».
Dal canto suo l’ente previdenziale è «costretto a resistere» anche in appello e Cassazione e, come si vede nel video messaggio, «ogni vertenza, solo per le spese di lite, costa mediamente all’Inps 9.200 euro per i tre gradi di giudizio». Che tradotto significa che «se Governo e Parlamento non prendono rapidamente un provvedimento nel senso indicato dalla Corte di Giustizia Europea, solo in Lombardia, i costi per le 2.300 lavoratrici che hanno già dato mandato ai sindacati di promuovere vertenze, ammonterebbero a oltre 21,6 milioni di euro».
Non solo. Nel video c’è anche l’altra «discriminazione» che vivono le lavoratrici degli appalti scolastici. «In Italia tutti coloro che hanno lavorato per almeno 13 settimane negli ultimi quattro anni hanno diritto ad indennità di disoccupazione (naspi). Le lavoratrici degli appalti scolastici che di settimane ne lavorano da 40 a 44 ogni anno, invece, nei periodi in cui sono incolpevolmente senza lavoro non ricevono né reddito, né disoccupazione né assegni famigliari».