«Non siamo mai stati veri piemontesi È ora di tornare ad essere lombardi»
L’INTERVISTA VERSO IL REFERENDUM La provincia Verbano-Cusio-Ossola al voto: restare con Torino o andare con Milano
Anno in cui è stata istituita la provincia Milano. Il Piemonte è una regione imbalsamata, ma col tempo il desiderio dell’autonomia si è risvegliato. Ci fu un tentativo, verso la fine degli anni ’70 di andare verso la creazione di una regione a statuto speciale sul modello della Valle D’Aosta. Il movimento si chiamava Unione Ossolana per l’Autonomia. Era un percorso difficile. Ora, col fallimento del referendum Costituzionale di Renzi che prevedeva l’abolizione delle province, i giochi si sono riaperti e ne abbiamo approfittato. Le firme raccolte sono oltre 5.000, come vuole lo statuto della nostra Provincia».
I suoi concittadini ci guadagneranno da questo eventuale accorpamento?
«Certo, ed è per questo che il referendum passerà» Qualche esempio?
«In Lombardia l’addizionale regionale Irpef risulta minore per tutte le fasce di reddito. Tra i 15 e i 28 mila euro in Piemonte l’aliquota è del 2,13%, in Lombardia dell’1,58% con una differenza di 130 euro l’anno. Poi la benzina: per i Comuni che distano fino a 10 chilometri dal confine con la Svizzera c’è uno sconto di 23 centesimi al litro e di 15 per quelli da 10 a 20 chilometri dalla frontiera. In Piemonte lo sconto è stato tolto per mancanza di risorse».
A Torino come vedono questo vento di autonomia?
«All’inizio la proposta venne banalizzata, oggi cominciano a preoccuparsi: il nostro Pil vale 3 miliardi e ora che questo progetto ha incassato l’unanimità del Consiglio provinciale, la strada è segnata» Adesso cosa succederà? «Entro tre mesi il Presidente della Repubblica, su indicazione del Governo, dovrà fissare la data del referendum. Si andrà probabilmente a inizio 2019. E in caso di vittoria, entro 2 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il ministro dell’Interno è tenuto alla presentazione in Parlamento del relativo disegno di legge di variazione territoriale regionale».
Il suo sogno è anche un altro: far diventare il Lago Maggiore tutto lombardo.
«Dopo il sì al referendum, resteranno solo cinque comuni piemontesi che s’affacciano sul lago: sono pronto a scommettere che anche loro verranno con noi».