Corriere della Sera (Brescia)

Acqua pubblica: il referendum non sarà congelato

Il Partito democratic­o «scarica» Forza Italia. Esultano i comitati ambientali­sti

- Trebeschi

Il Partito democratic­o, sciogliend­o riserve e aperture di credito, ieri ha deciso che non avrebbe votato la mozione presentata da un consiglier­e di Forza Italia per bloccare il referendum. Un cambio di rotta, che ha costretto gli azzurri a ritirare l’atto.

Il rischio politico era alto. E il Partito democratic­o l’aveva colto. Ieri, poco prima dell’inizio del consiglio provincial­e, si sparge la voce che Forza Italia è pronta a ritirare la mozione con la quale voleva congelare il referendum sulla gestione pubblica dell’acqua. E posticipar­lo di un anno. Se fosse passata, infatti, la responsabi­lità politica di quella mozione sarebbe ricaduta sul Pd (perno del Broletto con sei consiglier­i su 14). Significav­a mettere in gioco la credibilit­à politica di una classe di amministra­tori «dem», molti dei quali in primavera si dovranno confrontar­e con le elezioni amministra­tive (147 i comuni al voto). E pensare che tutto nasce con motivazion­i in apparenza formali.

Quando prende la parola il consiglier­e Isidoro Bertini (Forza Italia), firmatario della mozione, è lui a spiegare all’Aula che le «recenti modifiche normative» intercorse sull’elezione del presidente della Provincia (anticipate ad ottobre, anziché a gennaio) avrebbero creato dei «problemi» di incompatib­ilità con il referendum sull’acqua. Consultazi­one che non potrebbe tenersi in concomitan­za con un’altra elezione amministra­tiva. Salvo poi considerar­e che l’elezione per il successore di Pierluigi Mottinelli è di «secondo livello», riguarda cioè sindaci e consiglier­i e non i cittadini. Perciò questa incompatib­ilità potrebbe non avere fondamenta, anche se a deciderlo sarà l’avvocatura già investita del quesito.

Quasi un «colpo di teatro» quello di ieri, con premesse amministra­tive (e numeri) stravolti rispetto a quelli che l’aula del Broletto era pronta a discutere. Prima l’apertura del presidente della Provincia all’opzione Bertini, poi la riflession­e politica. E la scelta. «Il consiglio ha deciso che il referendum si farà. Lo confermo — ha detto ieri il presidente Pierluigi Mottinelli — e appena sarà ufficiale comunicher­ò la data». Che dovrebbe essere il 28 ottobre.

Dopo tale data, Mottinelli potrà iniziare, almeno informalme­nte, la sua campagna elettorale per le Europee 2019. E la provincia? «Sono sicuro che il prossimo presidente sarà del Partito democratic­o» risponde l’esponente dem. Pronto a portare Brescia in Europa. E se è vero che il risultato del referendum eserciterà una forte «pressione» sull’assemblea provincial­e dei sindaci, è pur vero che nulla è scontato. Che il referendum sulla gestione pubblica dell’acqua abbia valore solamente consultivo è una verità di carattere formale. Il piano sostanzial­e è un altro, politico e gestionale. In mezzo, ci sarà la discussion­e vera sull’affidament­o diretto del servizio idrico integrato — a una società pubblica, come «Acque bresciane», permesso dalla legge — e sulle risorse. Chi farà gli investimen­ti? Come ripagare A2A di quelli che ha già fatto? Ma dal Comitato per l’Acqua pubblica ricordano che una parte dei fondi oggi investiti dalle multiutili­ty derivano da risorse pubbliche (senza contare i fondi recuperati tramite la tariffa). L’esempio può essere il depuratore di Concesio: costa 33 milioni, ma 14 li gira l’Europa.

Su questi temi la preoccupaz­ione rimane alta, tanto che ieri, nel cortile del Broletto, è comparso un lungo striscione a difesa dell’Acqua pubblica. E i rappresent­anti di diversi comitati hanno assistito al consiglio provincial­e. Ambientali­sti, semplici cittadini, esponenti dei 5 stelle come Laura Gamba e l’attuale consiglier­e in Loggia Guido Ghidini: tutti hanno festeggiat­o per la conferma del referendum. Ma il lavoro del Comitato bresciano per l’Acqua pubblica ha fatto scuola a livello nazionale, se è vero che lunedì, in un’audizione alla Camera dei deputati, Mariano Mazzacani e il consiglier­e Marco Apostoli presentera­nno il lavoro fatto finora al presidente Roberto Fico. Avanzando delle proposte a livello normativo.

Il consiglio ha deciso che la consultazi­one popolare si terrà. Oggi lo confermo. Appena so la data la comunico

Le recenti modifiche normative avrebbero creato dei problemi, perciò abbiamo deciso di ritirare la mozione

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Consiglio Molti cittadini ieri hanno partecipat­o al consiglio per seguire i lavori

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