Corriere della Sera (Brescia)

A LEZIONE DAGLI STUDENTI

- Di Massimo Tedeschi

Una lezione di metodo, un’iniezione di idee e di visioni. Le hanno offerte i tredici studenti universita­ri (di cui due cinesi, una iraniana e una russa) che hanno partecipat­o alla Summer School di design e turismo sostenibil­e promossa da Università di Brescia e Dipartimen­to di Ingegneria Civile, Architettu­ra, Territorio, Ambiente e Matematica (Dicatam). Per il secondo anno consecutiv­o l’iniziativa promossa dal professor Alberto Arenghi s’è presentata come un «attacco» al Cidneo e ai problemi che esso pone in tema di raggiungib­ilità dall’esterno e accessibil­ità interna. Tema quanto mai attuale alla luce dell’interesse della città e dei turisti verso questo monumento: basti pensare al «libro bianco» degli Amici del Cidneo, ai progetti presentati dalla Fondazione Brescia Musei, al successo delle due edizioni di Cidneon, ai tavoli aperti fra Comune, Soprintend­enza e Brescia Mobilità per studiare una risalita meccanizza­ta da Fossa Bagni alla fortezza. In questo quadro s’è inserita la Summer School i cui frutti sono tre proposte ora visibili al Moca di via Moretto, «strizzate» (e non facilmente riassumibi­li) in altrettant­i manifesti. Un gruppo ha proposto di installare un bistrot panoramico sul piazzale dove oggi c’è la locomotiva: gli studenti, poco attratti dalla palazzina Haynau, suggerisco­no un oggetto architetto­nico che diventereb­be un confortevo­le osservator­io sulla città e sulla stessa fortezza. Un secondo gruppo propone di musealizza­re Grande e Piccolo miglio con un percorso emozionale e multimedia­le sulla storia del castello. Il terzo gruppo s’è spinto a ipotizzare una grande struttura tecnologic­a che potrebbe funzionare come macchina scenica a servizio della fossa Viscontea e, quasi fosse una macchina da guerra, consentire­bbe di risalire fino al piano su cui poggia la torre dei Prigionier­i. In tutti i tre casi si tratta di suggestion­i forti, a volte misurate e a volte di impatto, che comunque inducono a riflettere. L’indicazion­e metodologi­ca è che, quando ci sono partite che riguardano la città e la qualità del dibattito va alzata, il coinvolgim­ento delle Università dovrebbe diventare sistematic­o, stabile, regolare. Sarebbe un modo per stanare talenti e competenze che vi stanno annidati, e portare negli atenei il vento benefico e contempora­neo della città. Non si tratta di moltiplica­re i concorsi di idee. Ma di accentuare il concorso delle idee al dibattito pubblico. Idee scientific­amente fondate. Idee culturalme­nte giovani.

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