Tener-a-mente Gran finale con Yann Tiersen
Per il gran finale di Tener-a-mente Tiersen torna nella casa del Vate con un concerto intimo e onirico
Cala questa sera il sipario sul cartellone di Tenera-mente, il festival del Vittoriale che ribadisce, ad un passo dal decennale, l’ampio successo di pubblico. Il numero delle presenze — che nel 2017 erano aumentate del 60% rispetto al 2016 (e triplicate rispetto all’esordio del 2009) — non accenna a calare e segna quest’anno ben nove serate sold-out e diversi overbooking, con un indice medio di riempimento del teatro del 100%.
Per il concerto di chiusura, anch’esso esaurito, sul palco fronte lago è atteso Yann Tiersen, che ritorna a Gardone con un intimo concerto in piano solo. Compositore prolifico e amato da un’appassionata schiatta di ammiratori, nato a Brest 48 anni fa, Tiersen ha raggiunto la notorietà internazionale grazie a Il favoloso mondo di Amelie, film di culto per il quale, nel 2001, ha firmato la celeberrima colonna sonora. Avviato giovanissimo alla musica, all’età di sei anni era considerato una sorta di enfant prodige del pianoforte e del violino, ma la sua formazione accademica, presso il conservatorio di Rennes, s’interruppe nel momento in cui scoprì il rock: «Ho iniziato con il postpunk— racconta in un’intervista a Onda Rock —: Stooges e Joy Division mi hanno insegnato, da ragazzo, che quel che conta non è la tecnica». Presto ai tasti del suo pianoforte si sono affiancati quelli dei sintetizzatori e dei campionatori (ma anche della fisarmonica) e, segno del destino, sono arrivate quasi subito le commissioni per il teatro, le cui prime partiture sono confluite nel disco di debutto del 1995, pubblicato in sole mille copie. Di dischi a Tiersen ne serviranno altri due prima che la sua carriera possa spiccare il volo con Le Phare, terzo album che prende il nome dal faro più grande d’Europa, situato a protezione della costa bretone. Il successo dà inizio alle collaborazioni con artisti della scena europea, da Bertrand Cantat a Neil Hannon e Juliette Gréco, ma è il nuovo millennio che gli porta la gloria planetaria: le musiche per il film di JeanPierre Jeunet si ascoltano in tutto il mondo, e al glorioso teatro dell’Olympia di Parigi Tiersen registra un doppio album-compendio della propria carriera. Paragonato nientemeno che a Erik Satie, Nino Rota, Michael Nyman e Philip Glass, Tiersen seguiterà a cimentarsi con la musica per il cinema in altre due occasioni, Goodbye, Lenin e Tabarly, entrambe coronate dal successo. Le collaborazioni ormai non si contano più, da Lisa Germano a Jane Birkin, da Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, a Stuart Staples dei Tindersticks sino ad Aidan Moffat degli Arab Strap e Shannon Wright. Al Vittoriale Tiersen presenta l’ultimo lavoro discografico, Eusa, quasi un ritorno alle origini. Eusa è il nome bretone di Ouessant, l’isola a trenta chilometri dalla terraferma che Tiersen ha scelto quale residenza. Nell’album, dieci composizioni e otto brani improvvisati portano da un luogo all’altro dell’isola, secondo una mappa disegnata dalle note musicali: per ogni luogo sono stati registrati rumori naturali sui quali risuona il pianoforte. Ore 21.15.