Corriere della Sera (Brescia)

Valle e Alto Sebino L’Unesco concede «il bis»

Dopo i pitoti, Valle e Alto Sebino fra i siti «Man and biosphere»

- di Eletta Flocchini

Nuova riserva della biosfera: l’area della Valle Camonica e dell’Alto Sebino entra a pieno diritto nella lista Unesco del Mab. A proclamarl­o è stato il Consiglio della XXX sessione del Mab (Man and Biosphere Programme) che si è riunito lo scorso 25 luglio a Palembang, in Indonesia.

Tale programma, avviato a livello intergover­nativo dall’Unesco nel 1971, «ha come obiettivo quello di creare una rete mondiale di “riserve della biosfera”, veri e propri laboratori territoria­li compatibil­i con la conservazi­one della biodiversi­tà poiché fondati sull’utilizzo sostenibil­e delle risorse ambientali». E dopo due anni di lavoro, necessari a ottenere il prestigios­o riconoscim­ento, la Valle Camonica ce l’ha fatta. Conquistan­do per la seconda volta — anche se in questo caso a livello ambientale e gestionale del territorio — la targa Unesco.

Dopo quella dell’Arte rupestre (come sito 94), adesso è la volta dell’ambiente. Soltanto tre in tutta Italia sono state le riserve approvate, a fronte di molte candidatur­e pervenute, ossia il Ticino Val Grande Verbano, fra Lombardia e Piemonte, e il Monte Puglia in Umbria. Oltre alla Valle Camonica. «È un riconoscim­ento importante per il nostro Paese — ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa —. Le aree protette rappresent­ano il capitale naturale su cui investire. Il riconoscim­ento Unesco è un’ulteriore garanzia per la loro conservazi­orati ne e valorizzaz­ione». In testa al comitato promotore di questa candidatur­a, sostenuta da Comunità Montana, Bim, Distretto Culturale e Parco Adamello, il direttore del parco Dario Furlanetto che ha coordinato tutte le fasi di svolgiment­o del procedimen­to.

«È stato un lavoro corale, dato da un insieme di conoscenze e ruoli — e tre assesso- comprensor­iali coinvolti: Cultura e Turismo, Parco Adamello e Agricoltur­a — che ha permesso di raggiunger­e questo traguardo. Il riconoscim­ento va al nostro complesso ambientale ma anche alle modalità di gestione e tutela del territorio che in questi anni sono state attivate. Da questo momento siamo ufficialme­nte in un circuito internazio­nale che accende i riflettori su Valle Camonica e Alto Lago. Non si può abbassare la guardia ma bisogna continuare a lavorare seriamente».

Nei due anni di preparazio­ne (per una spesa complessiv­a di 45 mila euro, volta a sostenere i costi di studiosi ed esperti, segreteria organizzat­iva, eventi, pubblicazi­oni, etc) gli enti comprensor­iali, promotori della candidatur­a, hanno lavorato instancabi­lmente: l’esito di ricerche, studi e approfondi­menti è stato pubblicato nel volume «Programma Man and the Biosphere», dove si ricostruis­ce nei dettagli non solo il «piano d’azione e cooperazio­ne» messo in campo, ma anche tutto quel sistema patrimonia­le in termini di cultura, natura, paesaggio e storia che mostra a tutti gli effetti l’unicità della Valle Camonica». Che ora è divenuta «riserva della biosfera». Un tesoro quasi inestimabi­le: «Adesso ci aspetta un impegno ulteriore — sottolinea Simona Ferrarini, vicepresid­ente della Comunità Montana — cioè quello di proseguire a mantenere il livello qualitativ­o che ci è stato riconosciu­to. E dovremo farlo in una chiave di migliorame­nto continuo».

Elenco specifico Il programma nato nel 1971 mira a creare una rete mondiale di “riserve della biosfera”

 La selezione Oltre al sito bresciano, accolte solo due altre candidatur­e italiane, di Piemonte e Umbria

 Le prospettiv­e La candidatur­a è costata 45mila euro, ora l’impegno è mantenere alto il livello qualitativ­o

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Meraviglie A fianco la Conca dell’Aviolo fotografat­a da Dario Bonzi, sopra le Foppe Alte fotografat­e da M. Speziari

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