Il papà di Iushra «Non smetterò mai di cercarla»
Ieri ha ispezionato il parco di viale Piave: una bambina non può sparire nel nulla
Liton, il papà di Iushra, la ragazzina autistica di 12 anni sparita il 19 luglio sull’altopiano di Cariadeghe a Serle mentre era in gita con altri tredici ragazzini e gli accompagnatori della Fobap, è tornato a casa, dopo la sospensione domenica delle ricerche tra boschi e grotte. Liton, bengalese, da 15 anni in Italia, è tornato «alla normalità». Ma niente sarà più come prima. E lui non si arrende: continuerò a cercarla, perchè in Italia — siamo nel Primo mondo, non nel Terzo — una bambina non può sparire così nel nulla.
È provato, Liton. Ma come da oltre una settimana a questa parte, non ha alcuna intenzione di arrendersi.
Per lui è il primo giorno nella casa in cui vive con la famiglia, in città, dopo la sospensione ufficiale delle ricerche della sua piccola Iushra sull’altopiano di Cariadeghe. E dopo che, per giorni, a Serle ci ha passato giorno e notte.
Una quotidianità che, in realtà, tale non lo sarà più. «È tutto strano, diverso, ho come il cuore spezzato a metà», dice. In salotto c’è anche Ismail, 7 anni, che come la sorella maggiore soffre di autismo. Quando arriviamo è agitato, eccitato, al suo fianco un’educatrice. Khanam, la mamma di Iushra, invece, preferisce restare in camera da letto a riposare: «Scusate, non sta bene.
La speranza Liton tornerà a Serle ma chiede che sua figlia sia comunque cercata anche altrove
Per lei è davvero una situazione molto difficile». Nulla come prima.
Ieri mattina, papà Liton ci è andato di persona, a cercare sua figlia «da altre parti»: «In viale Piave, al parco. E poi fino a Sant’Eufemia. E lo farò fino a quando non sarà trovata. Io devo, cercarla, non posso smettere: fino a che non morirò sarà un pensiero costante». Così come gli interrogativi: «Non so perché non hanno rilevato alcuna traccia del suo passaggio, ma nemmeno come mai è sparita». Scappata di corsa al controllo di educatori e volontari Fobap (che a Serle erano in gita con un gruppo di 14 ragazzini disabili) fino a imboccare il sentiero che infila dritto nel bosco carsico fittissimo. Dopo aver incrociato un residente della zona, che si rivelerà l’unico testimone ritenuto attendibile ad aver visto la bambina.
Il suo «grazie» per i soccorritori, tantissimi, non lo dimentica mai, Liton. «Hanno tutta la mia gratitudine, ma a quanto pare non è su quei monti. E allora come può sparire una ragazzina in Italia? È il primo mondo questo, mica il terzo. Liton continua a chiedersi, come un mantra nefasto, come sia possibile non trovare nemmeno uno straccio di indizio che documenti i passaggio della bimba dai sentieri o nelle grotte. E allora, «forse, Iushra è altrove, oppure è semplicemente altrove». Oppure, «chissà, qualcuno potrebbe averla anche rapita. Vero, lei è una bambina molto intelligente, ma tredici giorni sono davvero tanti. Ditemelo, dov’è?»
Oggi Liton tornerà a Serle, «perché Iushra bisogna trovarla altrove, senza fermarsi. Nonostante sia importantissimo che io adesso rimanga anche al fianco di mia moglie».
Presunti avvistamenti nella frazione di Castello, così come
le segnalazioni di vari medium che hanno contattato gli operatori sul posto, per ora, non hanno dato alcun riscontro. Come se questa bambina fosse stata inghiottita dai noccioli e da carpini.
Di lei si sono perse notizie giovedì 19 luglio scorso, quando poco prima delle undici del mattino ha iniziato a correre scappando all’attenzione degli educatori e i volontari Fobap che di lei avrebbero dovuto prendersi cura (prima tra tutti la responsabile che di Iushra, esplicitamente, si era fatta carico proprio per la «delicatezza» delle sua problematiche). Salvo poi sparire dietro l’angolo cieco della mulattiera impolverata dal caldo.
L’hanno cercata circa 1.500 uomini — nei primi giorni fino a 300 in contemporanea — tra soccorso alpino, speleologico, vigili fuoco, sub, volontari di protezione civile e cani molecolari (arrivati pure dall’Olanda). Elicotteri e droni. Per 750 ettari di altopiano battuto. Niente di niente.