«La priorità resta la Caffaro»
Ma l’opposizione attacca sul tema sicurezza: «Degrado, spaccio e delinquenza»
Nelle linee programmatiche del prossimo mandato, il sindaco Emilio Del Bono immagina Brescia come una città in espansione, di caratura europea, capace di attrarre giovani ed imprese, che punta al 75% di raccolta differenziata. «Accettiamo le sfide green: la priorità è la messa in sicurezza della falda sotto la Caffaro e la bonifica» ha detto ieri. Ma le opposizioni lo attaccano su ambiente e sicurezza. Forza Italia accusa di ritardi il sindaco («la bonifica doveva già essere completata»), la Lega imputa a Del Bono una sottovalutazione su spaccio e degrado. Ma il Del Bono-bis si apre con il sindaco che tiene per sé la delega alla sicurezza. E risponde con i dati («Dal 2013 a oggi 47 arresti per stupefacenti»). Del Bono tratteggia una «città dell’inclusione», che mira a ridurre le fratture, espandere la spesa sociale e gli investimenti in cultura. I 5 Stelle pretendono misure più coraggiose sull’inquinamento di aria e acqua.
Sicurezza: ancora una volta è su questo tema che la Lega attacca il sindaco di Brescia parlando di degrado, spaccio e delinquenza, ma anche di stranieri «in vacanza». Emilio Del Bono, che stavolta ha tenuto per sé la delega alla sicurezza, respinge l’accusa di sottovalutazione. E invita a leggere i tanti risultati ottenuti. Con lo sguardo già rivolto al futuro: «La nostra esigenza è quella di continuare il cambiamento che è in corso in città». E a supportare questo progetto c’è «la fiducia ottenuta» al primo turno, «che premia i risultati e ci assegna il compito di continuare».
Nelle linee programmatiche del prossimo mandato, il sindaco immagina una città in espansione, capace di attrarre giovani e imprese, che «accetta le sfide green» con la messa in sicurezza della falda sotto la Caffaro, che investe nel patrimonio culturale e museale, che ha l’ambizione di raggiungere il 75% di raccolta differenziata, che lavora in sinergia con l’hinterland e i capoluoghi di Bergamo, Mantova e Cremona per «riequilibrare» il peso degli investimenti rispetto a Milano. Da qui al 2023 il sindaco è pronto a rafforzare Brescia, rendendola più dinamica e forte. E in questa sua narrazione Del Bono immagina il suo esecutivo come «la giunta del cambiamento e del miglioramento». Quasi un apostrofo allo slogan che ha caratterizzato la nascita dell’alleanza 5 Stelle-Lega a livello nazionale. E se il livello locale permette di raggiungere risultati più facilmente della macchina statale, è pur vero che in questi anni la giunta Del Bono ha riportato in pareggio un bilancio in rosso. Quando lo ereditò — cinque anni fa — c’erano 32 milioni di passivo. Ora che la cura ha funzionato — portando avanti anche gli investimenti — il sindaco auspica di poter ridurre l’Irpef («vorremmo farlo»), ma chiede a Roma di non vanificare il lavoro svolto finora. Il timore è che la spesa pubblica sia sconvolta dall’introduzione della flat tax e del reddito di cittadinanza. «Non sa-
rebbe giusto farla pagare ai Comuni. Gli enti locali — ricorda Emilio del Bono — hanno permesso di riportare sotto il 3% il rapporto deficit-Pil, ora non metteteli in crisi».
E se il buon governo delle città capoluogo di provincia — il Pd le controlla quasi tutte, in Lombardia — continua a distinguere «dem» e leghisti, c’è un altro aspetto che divide i progetti del Pd e del Carroccio su Brescia: il tema inclusione. Del Bono lavora a una città del futuro tenendo fermo «un principio fondante», ossia l’idea di una «città che include». Il sindaco è convinto che non si debba allargare la «frattura» con le istituzioni. Anzi, per sanarla bisogna «coinvolgere i cittadini. Altro che democrazia superata» dice il primo cittadino. Convinto che Brescia debba avere come «riferimento» le città europee. E questo significa lavorare con i sindaci dell’hinterland per azioni specifiche, ad esempio alla battaglia sullo smog. Ma Brescia è una città destinata a crescere in popolazione e investimenti («La nostra offerta di servizi attrae») e, nei progetti del sindaco, anche nelle «buone pratiche» per il risanamento delle aree inquinate. La messa in sicurezza della falda Caffaro è la priorità numero uno — «la bonifica doveva essere già completata», tuonano dalle opposizioni — ma Del Bono si è impegnato a completare il Parco delle cave, portare la differenziata al 75% e lavorare sulla riduzione della quantità di rifiuti prodotti.
Gli investimenti di A2A su impianti di trattamento dei rifiuti rappresentano per Del Bono il frutto di un’accelerazione dell’economia circolare voluta dalla sua amministrazione («Vogliamo che si continui in quella direzione»). In
Finanze Quando si insediò, la prima giunta Del Bono ereditò un bilancio in passivo di alcune decine di milioni di euro: ora è in pareggio
Del Bono Una priorità è la messa in sicurezza della falda che sta sotto la Caffaro
agenda c’è il miglioramento dei filtri anti-NO2 nel camino dell’inceneritore, ma anche il collegamento delle ciclabili in una rete non più interrotta, la crescita delle zone «30» a tutela dei pedoni («in Francia ci sono in tutti i paesi»), ma anche l’obiettivo di «aumentare la spesa sociale, se ce la faremo». La real politik impone di fare i conti con i soldi a disposizione. Ma nel paniere della giunta Del Bono c’è il progetto di investire risorse per il Castello, il Musil, ma anche l’arricchimento del patrimonio esistente. «Abbiamo stappato il tappo» di una «vivacità culturale» che ora va coltivata, ha detto il primo cittadino con lo sguardo rivolto al vicesindaco Laura Castelletti e al gruppo «Brescia per passione». Si aprono cinque anni di governo, il Del Bono-bis. E anche il sindaco sa che i cittadini, nel 2023, lo misureranno sui risultati più che sulla narrazione.
Vorremmo ridurre l’Irpef. E in futuro abbassare la Tari a chi ricicla di più