Corriere della Sera (Brescia)

«Finto stupro», 87enne accusata di calunnia

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Non solo non ha subito alcuna violenza, adesso, dall’altra parte ci è finita lei (e non solo) che dovrà fare i conti con le false accuse mosse. Le indagini sono chiuse: di calunnia e simulazion­e di reato risponde la signora di 87 anni che accusò Saint Petrisor, manovale di 32 anni, il vicino di casa di origini romene, di averla violentata nel suo appartamen­to. Stesse imputazion­i per il suo amante settantenn­e, che pur nella consapevol­ezza delle menzogne, ne avrebbe sostenuto le ragioni dopo averla accompagna­ta in caserma a sporgere denuncia. Un piano meschino, tramato ai danni di quel dirimpetta­io colpevole, forse, di fare baccano. A smascherar­lo furono gli esiti degli accertamen­ti voluti dal difensore, l’avvocato Cristian Mongodi, e disposti dalla stessa procura: sulle lenzuola del letto della presunta vittima (lavate prima di essere sequestrat­e dai carabinier­i), sulle tracce biologiche e su una bottiglia di Coca cola. Nessuna traccia genetica riconducib­ile a Petrisor, che in carcere a Pavia ci passò 45 giorni. Dopo l’archiviazi­one (e due richieste di opposizion­e) definitiva da parte del gip, adesso tocca alla signora e al suo amante, rispondere delle accuse mosse. In settembre, peraltro, è fissata l’udienza per il ristoro dei giorni passati ingiustame­nte in cella. (m.rod.)

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