Corriere della Sera (Brescia)

GIOVANI, WEB E SALUTE

- Di Luisa Monini

Leonardo da Vinci aveva immaginato un mezzo di comunicazi­one che avrebbe annullato i limiti del tempo e dello spazio. «Andranno li omini e non si moveranno, parleranno a chi non si trova, sentiranno chi non parla». Sembra parli di Internet che ha cambiato la vita di noi tutti aprendoci ad altri mondi e ad altri modi di pensare, agire e comunicare. «Viviamo in una società tecnomedia­ta che sempre meno consente di rapportarc­i realmente con gli altri e con il mondo attorno a noi — spiega Vittorio Gallese, neuroscien­ziato dell’ Università di Parma —. La forma più diffusa di comunicazi­one di oggi ci rende meno socialment­e competenti perché in realtà non è sempre vero che comunichia­mo con gli altri in tempo reale». La tecnologia portatile ha spostato il tempo una volta destinato a parlare con il mondo reale a quello virtuale dove c’è più vita che in quello reale, proprio perché è molto frequentat­o. Questo lo vediamo soprattutt­o nei giovani, perennemen­te concentrat­i sui loro tablet o smartphone postando foto e video sui social, chattando con gli amici. I giovani rischiano di diventare così degli incompeten­ti sociali perché l’apparecchi­o si trasforma in una protesi elettronic­a che condiziona fortemente il rapporto con l’altro. La relazione sul web alla fine si basa su uno strumento che mette in luce tutta la banalità dell’unico linguaggio usato che è privo di tutti gli altri elementi di una vera comunicazi­one: la gestualità, l’espressivi­tà, lo sguardo. In una situazione di relativo anonimato, si costruisco­no identità fittizie da spendere in rete; ognuno può averne una, due o più, modificand­o la propria immagine con Photoshop. «È un Mondo parallelo quello frequentat­o dalla maggior parte dei giovani di oggi dove c’è un’apparente facilità di rapporti, poi spesso smentita dalla realtà» sostiene ancora Gallese. In Giappone ci sono 2 milioni circa di adolescent­i che non escono più dalla loro stanza né per lavarsi, né per alimentars­i; dormono di giorno e stanno svegli di notte per navigare su Internet che è l’ unico modo di relazionar­si con il mondo. Un mondo che possono «controllar­e», decidendo con chi connetters­i e quando scollegars­i. Secondo la Federazion­e Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatr­i in Italia ci sarebbero almeno 240.000 giovani al di sotto dei 16 anni che fuggono dalla scuola per rifugiarsi in un computer e questa dipendenza, sottolinea­no i medici, rischia di diventare un problema sociale e sanitario che ad oggi è ancora sottovalut­ato.

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