Sito Caffaro, via alla bonifica
Costerà complessivamente 65 milioni, verranno messi in sicurezza 108 mila mq
Dopo i dibattiti, gli allarmi, la caccia ai soldi, è stato presentato ieri il progetto di massima della bonifica del sito Caffaro dai Pcb. Un’opera che complessivamente costerà 65 milioni di euro e che ha l’obiettivo di mettere in sicurezza 108 mila metri quadrati occupati in via Milano dalla fabbrica chimica.
L’opera di bonifica vuole avere anche tempi certi: secondo il sindaco Emilio Del Bono i lavori dovrebbero iniziare entro il 2020 e concludersi in quattro anni. Mentre il lavoro di progettazione degli interventi entra nella fase operativa, inizia il non facile reperimento delle risorse ancora mancanti. Qui l’appello arriverà fino a Roma. «Ci avevano detto che aspettavano progetti seri. Eccoli» spiega il sindaco Del Bono.
L’enorme macchina della bonifica del sito industriale della Caffaro inizia a muoversi. Il primo passo concreto ha il rigore dello studio di fattibilità presentato ieri in Loggia dal sindaco Emilio Del Bono e dai geologi di Aecom, la società americana che si è aggiudicata il bando europeo per la messa in sicurezza dei 108mila metri quadrati occupati dalla fabbrica di via Milano.
Un’opera che nel suo complesso richiederà uno sforzo economico di circa 65 milioni. Trentacinque dei quali sono già a disposizione dell’amministrazione comunale, messi sul tavolo dal primo cittadino per dare uno scossone all’iter degli interventi sul primo lotto funzionale. Passaggio quest’ultimo che permetterà la realizzazione della riqualifica di via Milano, l’aggressione della contaminazione più elevata rivenuta nel sito per quanto riguarda i terreni e la falda e che porterà alla restituzione alla città delle aree che si af- facciano su via Milano e via Villa Glori. Per tutto questo Del Bono ha indicato un orizzonte temporale preciso: i lavori su questa porzione dovranno iniziare nel 2020 e concludersi entro quattro anni.
«Da oggi, dal cuore della Caffaro, comincia un cammino impegnativo e concreto che punta dritto alla messa in sicurezza e alla riconsegna ai bresciani di questo spazio nel quale si sono condensate tante percezioni negative che la città ha subito in tutti questi anni» ha spiegato Del Bono, commentando poi lo studio di Aecom, «che ha il merito di entrare finalmente negli aspetti tecnici della bonifica, prospettando i costi dell’operazione». Con questi dati, secondo il sindaco, il Comune avrà la forza di poter sedere al tavolo con gli altri enti coinvolti, Regione e Governo, e cercare insieme a loro di trovare il denaro mancante e necessario a completare l’intera bonifica entro dieci anni. E
per costruire le condizioni per l’affidamento del sito industriale al Comune. «Non abbiamo problemi di paternità politica, a noi interessa arrivare in fondo alla vicenda» aggiunge.
Molto complessa, sotto l’aspetto operativo, la strategia prevista da Aecom per liberare i terreni dal mix di inquinanti, tra cui Pcb, arsenio, mercurio, piombo. Il primo step riguarderà la demolizione degli edifici della fabbrica (40% - 50% dell’esistente in riferimento alla parte del lotto funzionale), per passare poi alla riqualifica dei terreni profondi e più contaminati, recuperati attraverso tre tipi di tecnologie: il «Soil Replacement», la creazione di pozzi che consentiranno di togliere le colonne di terreno avvelenato, disinquinato in loco, raggiungendo direttamente la sorgente inquinante; il «ChemOxmetodo», ossia l’ossidazione chimica della matrice organica fino a ridurla a composti non dannosi per l’ambiente; il «Soil Flushing», sistema di lavaggio dei terreni. Diverso invece l’approccio alle zone con presenza di inquinanti a minore profondità; qui il materiale verrà rimosso, ripulito in impianti speciali esterni, riportato all’interno del perimetro Caffaro, incapsulato e ricoperto. Per quanto riguarda la falda, verranno adeguati e migliorati gli attuali emungimenti e poi attivati pozzi source control nei punti più vicini alle sorgenti inquinanti. Il conto finale, come anticipato, supera i 65 milioni, con una variabile ampia che va dal -30 al +30%. «Incertezza, dovuta anche ai volumi di terreni grossi che si andranno a spostare, ma che si ridurrà nella fase di progettazione» assicura l’ad di Aecom, Gianmarco Lucchini. Per Del Bono si apre il tempo faticoso delle interlocuzioni. Con il Ministero, ma anche con il Pirellone. «Da Roma ci hanno sempre detto che sarebbero stati disponibili a mettere dei soldi solo davanti a progetti seri, e anch’io ho sempre trovato corretto questo approccio – conclude -. Ora ci siamo».
Le tappe Secondo il Comune i lavori dovrebbero iniziare nel 2020 e concludersi in 4 anni
"Del Bono A Roma dal ministero mi hanno sempre detto di voler mettere soldi davanti ai progetti seri Adesso noi siamo pronti