SCUOLA D’ESTATE TEMPO DI SCELTE
La scuola non si ferma mai. Apparentemente chiusi, gli istituti scolastici, le segreterie in particolare, sono al centro di un lavorio non visibile ma determinante per preparare il nuovo anno scolastico. Fervono i lavori edilizi di manutenzione e sicurezza, si attuano progetti di alternanza scuola-lavoro (nei Grest, nelle attività turistiche e commerciali); i primi giorni di agosto sono per tradizione l’appuntamento di convocazione per le nomine di immissione in ruolo: per molti una svolta professionale e di vita decisiva. Nei giorni scorsi il Ministero ha confermato i numeri preannunciati: circa 57.000 nuovi docenti e 10.000 Ata, dei quali più di 8.000 nella sola scuola Primaria. Nel Bresciano saranno 190 i posti autorizzati sul segmento scolastico 6-10 anni; quasi 200 maestri con contratto a tempo indeterminato: una cifra considerevole, se si pensa che è superiore ai docenti immessi in province come Napoli, Bologna, Firenze, Genova. Una buona notizia, che segnala al contempo in quale precarietà ci si muovesse. Assegnare i posti è molto più complesso di quanto non appaia ai non addetti ai lavori; incidono i ritardi nell’espletamento dei concorsi, la carenza di aspiranti, un groviglio intricato di ricorsi e vertenze, tra le quali l’annosa questione dei diplomati magistrali e laureati non abilitati, sulla quale il Governo si è preso tempo. Ma la scelta coraggiosa e di reale cambiamento sarebbe l’ampliamento degli organici, vera alternativa alle soluzioni tampone, agli escamotage preelettorali a cui abbiamo assistito più volte, al lento scorrere delle graduatorie. Se non si può stare «una vita in vacanza», non si può nemmeno protrarre la precarietà senza immaginare che nuoccia alla qualità docente. Certo, comporterebbe un investimento significativo, ma inderogabile, che dovrebbe implicare la riduzione del numero di alunni per classe e il ricalcolo di pensionamento per la docenza, un lavoro duro che non può essere protratto eccessivamente: abbiamo gli insegnanti più vecchi d’Europa. La scuola necessita di certezze e stabilità: ci sono le condizioni per trasformare in organico di diritto quel che attualmente è organico di fatto o in deroga, in specie sul sostegno. Ma coprire tutti i posti liberi non è soltanto un’urgenza sociale nel segno della lotta alla precarietà. È condizione per assicurare efficienza, serenità e continuità didattica all’impegno educativo della scuola.