Furti d’identità: uno ogni due giorni
Continuano a crescere le frodi creditizie con furto di identità, al fine di ottenere crediti o comprare beni senza alcuna intenzione di rimborsarli o pagarli. E Brescia purtroppo non è un buon esempio, seconda in Lombardia con 332 casi nel 2017 dopo Milano. Sono i dati diffusi dalla 26esima edizione dell’Osservatorio Crif - Master Credit. Vittime predilette dei malintenzionati sono gli uomini, tra i 30 e i 40 anni, ma le statistiche dimostrano che anche le donne sono più a rischio di un tempo, così come i giovanissimi, spesso poco consapevoli dei pericoli che corrono diffondendo i propri dati personali nel web.
Se siete assolutamente certi di non aver comprato — e rateizzato — un frigorifero nuovo (e che nemmeno l’abbia fatto magari vostra moglie in preda alla voglia incontenibile di rinnovare casa). O uno scooter, una moto e addirittura un’auto fiammante. Ma anche se alla vostra banca voi, quel «finanziamento» che compare nella causale degli addebiti mensili sul conto, non l’avete mai chiesto. Di più. Nel caso in cui oltre ai «prelievi» anomali siate pure uomini, tra i quaranta e i cinquanta, allora è davvero quasi certo non si tratti di un errore: vi hanno letteralmente rubato l’identità. Solo in parte, probabilmente. Capita più di quanto noi tutti non pensiamo. E a dirlo sono gli ultimi dati resi noti dall’Osservatorio Crif: le frodi creditizie perpetrate grazie al furto dei dati personali «continuano a crescere e incidere pesantemente sul comparto del credito al consumo». Nel 2017, in Italia, i casi rilevati sono oltre 26.600, per un importo medio di 5.700 euro. E una perdita economica che sfiora i 153 milioni di euro.
Brescia spicca, e non è certo una buona notizia. La nostra provincia si piazza al secondo posto in Lombardia (a sua volta terza a livello nazionale con 2.818 episodi) per numero di raggiri totalizzandone 332 in un anno. Significa, in media, uno ogni due giorni. Sul primo gradino del podio Milano, che conta 964 casi, mentre Sondrio, in coda con un distacco enorme, di frodi creditizie ne totalizza soltanto 16.
Se l’identikit delle vittime preferite incarna il maschio sulla quarantina (il 57,8% del totale) va anche sottolineato che le recenti rilevazioni dicono anche che «rispetto all’anno precedente si registra un cospicuo aumento delle vittime di sesso femminile (+18%)», così come in crescita sono anche quelle ai danni degli under 30 (+9,3%), che si dimostrano «particolarmente esposti forse anche a causa della scarsa consapevolezza e di una disinvoltura eccessiva nell’utilizzo dei canali digitali con relativa diffusione di informazioni personali» usate poi dai malintenzionati per ricostruire le identità false. Spesso bastano nome, cognome, data e luogo di nascita, codice fiscale. E poi, naturalmente, gli estremi della carta di credito: in questo senso le truffe non solo rappresentano il 27,7% del totale, sono quasi raddoppiate rispetto al 2016).
«La vulnerabilità può essere accentuata anche solo per il fatto che sul web sono pubblicati i nostri dati identificativi, i recapiti telefonici o e-mail, quando non addirittura il codice fiscale o altre informazioni sensibili», spiega Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di Crif. «Il furto delle credenziali di posta elettronica o dei social network e’ un altro obiettivo dei cybercriminali in quanto consente di diffondere su larga scala le frodi», continua Rubini, che ai consumatori raccomanda: «Tenete sotto controllo i vostri dati». Per esempio, con un avviso via sms o altro in caso di »(finti) finanziamenti.