Passeggiate slow in alta quota a Cima Rest
La guida ai percorsi in un’oasi di natura, storia, scienza e gusto. Gli itinerari per pigri e non tra rifugi, paesaggi e fienili storici
In fuga dalla calura urbana, alla ricerca di paradisi naturalistici incontaminati e refrigerati, per la gioia degli occhi e della temperatura corporea. Destinazione: Cima Rest (in questi giorni il termometro arriverà al massimo a 24°). Ci si può arrivare, in auto, salendo da Gargnano (magari facendo prima sosta a Toscolano al Museo della Carta), inerpicandosi lungo un percorso (tutto asfaltato) che costeggia il lago artificiale della diga di Ponte Cola e si insinua nei canion del Parco dell’Alto Garda Bresciano.
L’attraversamento della Valvestino, in tutte le sue variazioni cromatiche del verde dei boschi, è sempre suggestivo e la meta finale sarà in grado di stupire anche i viaggiatori più esperti che, una volta superato il piccolo paese di Magasa e raggiunto l’altopiano di Cima Rest, a quota 1.300 metri, si troveranno, quasi inaspettatamente, immersi in un crogiolo di natura, storia, scienza e gusto. Benvenuti ai fienili (unici in tutto l’arco alpino). Le antiche costruzioni, 11 in tutto, comprese quelle di Denai, nate per la vita di mezzo alpeggio e ristrutturate qualche anno fa, sono a disposizione (dietro prenotazione, cimarest.it) per i pernottamenti e anche per vacanze lunghe. Studi storici hanno collocato le loro architetture (tetto di fieno e struttura di pietra) in epoca longobarda. Oggi sono la base ideale per il trekking grazie ai numerosi percorsi, curati dal Cai di Salò, che portano ad esplorare sentieri lungo i quali non è difficile imbattersi in cervi, caprioli e cinghiali. Ai meno esperti è consigliato il sentiero 67, 8 chilometri e 4 ore di cammino lungo le strade dell’antico Impero Austriaco. Gli esperti, invece, possono avventurarsi lungo l’impegnativo sentiero 471, 18 chilometri, attraverso il quale è possibile arrivare fino a Capovalle, sul lago d’Idro. Ma tra i percorsi più battuti ci sono quelli che conducono a Malga Tombea, dove si produce il tipico (e gustosissimo) formaggio che porta il nome della malga che al ristorante di Cima Rest, punto di riferimento di vacanzieri e escursionisti mordi e fuggi, viene proposto con i malfatti o con uova e tartufo. Ideale reintegro alimentare dopo una bella scarpinata tra i boschi. Il consiglio per tutti è quello di avvertire il gestore dei fienili prima di partire e di equipaggiarsi adeguatamente con riserve di acqua e abbigliamento adeguato per non farsi sorprendere da eventuali cambi climatici. E domani sera, sotto la guida degli esperti dell’associazione astrofili di Salò, naso in su a rimirar le stelle dall’osservatorio astronomico di Cima Rest. Prenotazioni su visitvalvestino.it.