Corriere della Sera (Brescia)

Facebook, alla scoperta (nostalgica) della città tra vecchi tram e ricordi

I social diventano il luogo dell’amarcord

- Di Costanzo Gatta

«Mi piaceva la funivia che dalla Wührer arrivava alle Cavrelle, sulla Maddalena». «Vorrei che anche Brescia facesse come Milano che fa circolare i filobus moderni ma conserva anche i tram dei primi anni del ‘900». « Che bello, quando arrivava il lunedì dell’angelo. Ero bambina e passavo con i miei genitori la Pasquetta sui prati del Goletto. Stendevamo la tovaglia sull’erba e mamma tirava fuori dal cesto il salame, le uova, l’insalatina».

Ricordi, proposte, richieste. Facebook ci porta in casa, in tempo reale, ciò che balza in capo alla gente d’oggi. C’è un po’ di tutto: rabbia, proteste, consideraz­ioni sulla politica, commenti sui divi che vanno e le vecchie glorie che tornano, saluti per chi parte e auguri per chi compie gli anni. La grande lavagna ci ricorda anniversar­i, rimpiange congiunti scomparsi, divide con altri gioie del momento. Di tutto e di più. Ciò che colpisce, però, sono i molti richiami che ci portano a riconsider­are quanta nostalgia ci sia della Brescia di ieri.

Come interpreta­re la faccenda? Saranno forse consideraz­ioni di persone che ritenendo di non aver nulla di cui ci si debba gloriare nel presente, si rifugiano nel passato? Il rimpianto per una città diversa da quella d’oggi, perché un tempo più umana? Non sapremmo cosa pensare. Ma forse non è altro che nostalgia di cose perdute o di personaggi che non ci sono più; come il ragazzo che si credeva vigile urbano, il Ciula del Carmine, la vecchietta dei limoni di corso Goffredo Mameli. Qualcuno pensa che rifugiarsi nel passato sia proprio di una popolazion­e che invecchia, che non è interessat­a all’oggi e forse non crede nel domani. Tutto è possibile. Intanto al cronista non resta che il piacere di condivider­e le simpatiche osservazio­ni di chi pubblica sul social.

Alle botteghe di un tempo pensa Marcello Vigasio, che fra l’altro rimpiange quella di Castiglion­i. Luca Suerilo che su «Io amo Brescia perché» (garbatissi­ma creazione del presidente Coen) rivorrebbe i vecchi bus: «Amerei che Brescia Mobilità restaurass­e e rimettesse in circolazio­ne gli autobus che hanno segnato un’epoca. Potrebbero diventare icona mobile della mobilità bresciana come lo sono i tram di Milano e i bus rossi a due piani londinesi». Luisa Lamchini berti ricorda le santelle, le preghiere di maggio e unisce una non recente poesia a tema di Elena Alberti Nulli.

«Amo Brescia» non è da meno nei ricordi. Proprio come «Brescia, storia, curiosità, poesia». Fabio Maffei riepiloga la vita edificante di monsignor Venanzio Filippini da Nuvolera, morto nel ‘73. In altra puntata invita a riflettere sugli ex voto e l’arte naif. Altre domande. Vittorio Casotti chiede al sindaco che progetti ci siano per il gasometro di via Malta. A Paola Cavagnola Solaroli torna in mente la frittura di latte che si vendeva nelle latterie nel dopoguerra. «Dove si può trovare?», chiede. La accontenta Donata Zec- indicandol­e un vecchio pastificio di Rua Sovera: Da Franzoni.

Facebook è poi zeppo di foto vecchie che, volta a volta, ricordano locali e personaggi o ripropongo­no angoli come Vicolo delle lucertole,uno scorcio di botteghe in Corsetto Sant’Agata. Via Beccaria nel tratto dietro l’orologio dei matti. Una raffica di belle immagini è offerta da Angelo Evangelist­a Nespoli. Lui, senza giri di parole, sentenzia: «Splendida città». Michelange­lo Pistone ricorda con simpatia le bottigliet­te di gassosa. Pezzi da museo. Pubblica la foto e lancia il quiz. Risponde sicura Rosa Ancellotti e indovina. A proposito del «Tè sè ricordet!». Antonio d’Alessandro posta una fotografia di Paneroni — l’eccentrico gelataio e astronomo che credeva la terra piatta — e chiede chi sappia riconoscer­lo: Federica Martinelli, lapidaria, replica citando la frase più famosa del buon astronomo di Rudiano: «La terra non gira o bestie».

Rimpianto anche per il dialetto che non si parla più. E Fabio Maffei sfida i lettori. Qualcuno sa cosa significhi «Drezà ‘l bèc ale siète» (raddrizzar­e il becco alle civette). I giovani tacciono.

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Una delle escursioni organizzat­e dalla gloriosa associazio­ne dell’Uoei (l’Unione operaia escursioni­sti) di Brescia
Bresciani in gita Una delle escursioni organizzat­e dalla gloriosa associazio­ne dell’Uoei (l’Unione operaia escursioni­sti) di Brescia

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