Corriere della Sera (Brescia)

Dagli «Spiriti dei fiumi» affiorano inquietudi­ni e segrete malinconie

- Alessandra Troncana

Grovigli anarchici, sussulti d’inquietudi­ne, toni saturi e striature di colore increspato, come fosse spettinato dalle correnti. Dall’abisso affiorano energie intestine e oscure: Serena Della Bona — bresciana, una laurea all’accademia di Brera e mostre in Italia e all’estero nel curriculum — ha affollato il Museo della Carta di Toscolano Maderno con i suoi Spiriti dei fiumi (fino al 29 settembre).

In mostra, circa quindici lavori ispirati all’acqua e ai suoi corsi, suggestion­e di parecchie vernici ed eventi allestiti in questi mesi al museo.

Quelle dell’artista sono geografie interiori, che trascendon­o la mimesi per far trapelare intime malinconie e cambiare le prospettiv­e canoniche: i paesaggi di Della Bona appartengo­no a una serie di lavori sui corsi d’acqua, come detto, ma scrutati da una prospettiv­a inedita e quasi eterea. È come se l’osservator­e fluttuasse nell’aria per contemplar­e dall’alto la Terra e le vite degli altri, annegate negli abissi. I corsi d’acqua cristallin­a, affollati da muse e presenze silenti, si diramano in linee artritiche e grumose: l’atmosfera, carica di colori scuri, diventa cupa e quasi nefasta, adombrata dalla presenza dell’uomo. Attraverso i suoi Spiriti dei fiumi e i suoi segni ancestrali, l’artista, posseduta da un’inquietudi­ne remota, suscita una riflession­e (forse abusata ma sempre attuale) sul destino di una Terra ormai violata in modo sconsidera­to, ma ancora pervasa dalla bellezza.

«Un messaggio di rispetto per una natura deturpata ma viva e meraviglio­sa» fanno sapere gli organizzat­ori della mostra.

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