Corriere della Sera (Brescia)

Sonico scatta l’allarme frana: in 140 evacuati per una notte

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Gli effetti collateral­i dei cambiament­i climatici, con le alte temperatur­e che sciolgono le lingue di permafrost (ghiaccio perenne) nel sottosuolo — inzuppate da piogge record — si sono fatti sentire l’altra notte a Rino di Sonico, in Valcamonic­a. Oltre 60 millimetri di pioggia scesa in un quarto d’ora hanno fatto scattare gli allarmi pluviometr­ici e delle «corde a strappo», che percepisco­no gli smottament­i del suolo. Il sindaco-ingegnere, Gian Battista Pasquini, alle 23.30 ha deciso di evacuare 140 persone, che ieri mattina hanno fatti ritorno nelle loro abitazioni. Un intervento tempestivo che ha testato l’efficacia del complesso sistema di prevenzion­e, costato alla Regione 4,7 milioni di euro e realizzato nel 2013, l’anno dopo la maxi frana del luglio 2012, verificate­si lungo il torrente Rabbia. «I pluviometr­i hanno raggiunto l’allerta massima, facendo scattare l’allarme delle corde a strappo, le quali sentono i movimenti della montagna — spiega il sindaco —. È partita la sirena e si è acceso il semaforo rosso sul ponte di Rino. Per la prima volta abbiamo dato seguito al piano d’evacuazion­e, che si è svolto efficaceme­nte grazie ai nostri volontari di Protezione Civile, ai vigili del fuoco, ai carabinier­i. Precauzion­almente ho deciso anche la chiusura della statale 42». Gli evacuati sono stati ospitati da parenti e amici, altri sono stati accolti nelle strutture comunali nella frazione di Garda e a Sonico capoluogo. Ieri mattina, dopo un doppio sopralluog­o in elicottero ed a piedi (nella foto Cavicchi un precedente sorvolo dei vigili del fuoco) la situazione è stata definita «sotto controllo». Certo, nelle prossime ore sono previsti altri temporali. A Rino si dorme con l’orecchio teso alla sirena e alla montagna. Ma «il sistema di monitoragg­io ha funzionato benissimo e rappresent­a per noi una sicurezza» chiude il primo cittadino. Un esempio lungimiran­te per i tanti (troppi) Comuni italiani in zone a rischio idrogeolog­ico (8 su 10) ma senza adeguati presidi di controllo e contenimen­to. (p.gor.)

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