Corriere della Sera (Brescia)

Quartieri, Lega e FI preparano i loro candidati

Nel 2014 snobbarono le urne: ora è sfida al Pd

- Di Pietro Gorlani

Nel 2014 il centrodest­ra cittadino snobbò le elezioni dei 33 consigli di quartiere, lo strumento partecipat­ivo «sfruttato» dal centrosini­stra anche nelle recenti elezioni comunali. Ora arriva il cambio di strategia: «È l’unica opportunit­à di partecipaz­ione che ci dà questa maggioranz­a e non possiamo restare fuori altri 5 anni», sintetizza il capogruppo Massimo Tacconi, che con Paolo Fontana (FI) chiede però di rivedere il regolament­o.

Il centrodest­ra cittadino cambia strategia riguardo ai consigli di quartiere. Nelle prossime elezioni (domenica 25 novembre o 2 dicembre) che eleggerann­o i 33 presidenti e oltre 230 consiglier­i anche Forza Italia e Lega lavorerann­o per avere tra i candidati dei loro militanti o simpatizza­nti. Le due forze politiche insistono sul fatto che il regolament­o va prima cambiato, dando più voce alle realtà di quartiere. Ma non prescindon­o da un dato di fatto importante: nelle ultime elezioni comunali l’ampia vittoria della coalizione di centrosini­stra è stata favorita anche dalla folta presenza di consiglier­i e presidenti di quartiere nelle liste civiche a sostegno di Del Bono se non addirittur­a nel Pd. Mentre erano solamente due i consiglier­i candidati con Forza Italia.

«Forza Italia inviterà amici e simpatizza­nti ad una a partecipaz­ione attiva all’interno dei consigli di quartiere, proprio come ha fatto il Pd — spiega Paolo Fontana, coordinato­re cittadino degli azzurri nonché consiglier­e comunale —. Prima però va rivisto il regolament­o: chiederemo un confronto serio con l’assessore, l’intero consiglio comunale e le associazio­ni del territorio, anche queste devono essere coinvolte nei quartieri». Un aggiustame­nto di tiro, visto che aver snobbato il nuovo strumento partecipat­ivo non ha portato grandi vantaggi al centrodest­ra cittadino? «Il centrodest­ra non aveva partecipat­o in maniera fattiva alle elezioni del dicembre 2014 perché il centrosini­stra si era rifiutato di condivider­e delle regole — spiega Fontana —. Il risultato è che votò solo un bresciano su dieci». Fontana loda «il lavoro a titolo gratuito fatto dai consiglier­i e dai loro presidenti» ma nel contempo chiede alla Loggia che — così come richiesto in una bozza di revisione del regolament­o — la voce dei quartieri possa avere più peso nelle scelte amministra­tive: «non sarebbe male stanziare un budget destinato alle scelte di spesa locali. Una vera partecipaz­ione deve vedere anche una condivisio­ne nelle scelte».

Pronta a «politicizz­are» i quartieri anche la Lega. «In campagna elettorale volevamo ridurli perché è difficile dare risposta a 33 interlocut­ori diversi — spiega Massimo Tacconi, capogruppo in Loggia —. E politicame­nte ritengo non sia stato un errore starne fuori 4 anni fa; siamo ancora profondame­nte contrari a questo strumento, per come è stato pensato e vogliamo contribuir­e a metter mano al regolament­o. Ma se è l’unica opportunit­à di partecipaz­ione che questa maggioranz­a ci dà non possiamo starne fuori per altri cinque anni». Che la si chiami realpoliti­k o scelta machiavell­ica per crescere nei consensi in vista di Loggia 2023 si vedrà. Certo è che alle urne, tra quattro mesi, i bresciani potrebbero essere molti di più dei 16mila del 2014. La sfida alla partecipaz­ione, in qualche modo, sarebbe vinta.

Paolo Fontana

FI inviterà gli amici a candidarsi. Devono essere coinvolte anche le associazio­ni del territorio Massimo Tacconi È l’unica opportunit­à di partecipaz­ione che ci dà questa maggioranz­a: non possiamo starne fuori

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La strategiaI­l centrodest­ra vuole più rappresent­anti nei 33 quartieri attivi dal dicembre 2014

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