Via alla vendemmia dalla Franciacorta Ma qui si fatica a trovare i braccianti
I lavoratori stranieri dell’Est preferiscono Francia e Germania
Nelle zone più soleggiate del Montorfano, in Franciacorta, parte la vendemmia 2018. Una raccolta con buone previsioni di resa dopo le gelate di inizio 2017 che lo scorso anno avevano tagliato la produzione. Il problema di quest’anno, però, sarà il reperimento della manodopera: i braccianti dell’Est preferiscono Germania e Francia.
I sindacati All’estero contano su paghe migliori e impegni più duraturi
L’anno scorso mancavano i grappoli, falcidiati da gelate e grandine, quest’anno invece il problema è la manodopera. Insufficiente. Rumeni e polacchi, che per anni hanno raggiunto i vigneti di mezza Italia con i voli low cost, quest’anno hanno cambiato rotta. Diversi lavoratori sono tornati in Franciacorta per la vendemmia – iniziata ufficialmente ieri, alle pendici del Monte Orfano – ma molti hanno scelto un’altra meta. Germania, Austria, ma anche Francia e Inghilterra. «Sono Paesi che pagano di più e garantiscono periodi di lavoro maggiori: non solo i 10- 15 giorni della vendemmia, ma anche due o tre mesi per la raccolta di frutta e ortaggi» spiega il segretario della Fai/ Cisl Daniele Cavalleri. Con prezzi lordi da 7 euro l’ora gli avventizi non sono certo invogliati: altrove, soprattutto nei Paesi di lingua tedesca, si arriva anche a dieci euro. Se la manodopera è in calo «dipende dal basso costo orario, non c’entrano i voucher né la loro eliminazione» fatta dal governo Gentiloni, sostiene Alberto Semeraro, che guida la Flai/ Cgil di Brescia. Già, perché se l’abuso con il vecchio sistema ci fu, è pur vero che «tra le vigne l’uso di questi strumenti era marginale» rispetto ad altri settori. Oggi il governo Conte ha reintrodotto i voucher (con modalità diverse), ma il punto è che «in Francia si lavora più a lungo. E in Germania pagano meglio». Non c’è da stupirsi, sostiene Semeraro, se molti lavoratori dell’Est Europa hanno scelto un’altra meta. Il risultato è che oggi le cooperative di intermediazione faticano sì a trovare manodopera sufficiente, ma a soffrirne saranno con molta probabilità le aziende più piccole. Quelle cioè che agli avventizi ricorrono solo per la vendemmia. Chi invece li «usa» anche per potatura e altri lavori godrà di una sorta di prelazione, con più braccianti a disposizione.
In mezzo ai filari, tra Franciacorta, Lugana e Valtenesi, lavorano all’incirca seimila persone, di cui cinquemila avventizi. I numeri quest’anno forse caleranno, ma gli stranieri dovrebbero rappresentare sempre il 65-70 per cento. Si vedrà forse qualche studente in più, dato che i voucher lo permettono? Dipende. Con 5 euro netti in tasca e un sole torrido sulle spalle, molti potrebbero guardare altrove. Chi non si tirerà indietro potrebbe trovare tra le vigne cappellini, qualche gazebo per un pausa all’ombra e bottigliette d’acqua, come hanno notato le organizzazioni sindacali.
In alcune zone sono stati installati «anche bagni chimici, visto che sono molte le donne al lavoro» sottolinea Cavalleri. Anno dopo anno, si può dire che in Franciacorta «la situazione è molto migliorata rispetto al 2013» ricordano dalla Cgil. I sindacati – e le aziende, indirettamente – raccolgono oggi i frutti di un lavoro importante sul fronte della legalità. Con segni che fanno ben sperare. Dai 20 euro al quintale – prima se ne pagavano quindici – alla vigilanza costante che «ha ridotto moltissimo il lavoro nero».