Corriere della Sera (Brescia)

Leonardo da Vinci, Monna Lisa e l’enigma dello sfondo conteso

- Di Costanzo Gatta

Diabolico Leonardo. Non ci ha svelato chi sia in realtà Monna Lisa e le ha messo sulle labbra un sorriso misterioso ed enigmatico, che non cessa di agitare i dibattiti fra gli esperti. Non bastasse, anche il paesaggio che le fa da sfondo sembra sia un rebus dipinto per far scervellar­e studiosi e dilettanti. Dispettoso Leonardo.

Quanti hanno provato ad interpreta­re il panorama hanno trovato una risposta, a loro dire inconfutab­ile, ma diversa da quella di altri ricercator­i. È forse il Resegone? O la montagna bresciana, la Corna Trentapass­i, con il Sebino adagiato ai suoi piedi? E se fosse la terra di Montefeltr­o? A questo punto vale anche l’idea che Leonardo abbia creato un panorama di fantasia. E già sento strepitare di chi ha più certezze

L’ultima interpreta­zione è di Luca Tomio, autorevole storico dell’arte — il Corriere della Sera ne ha parlato a metà luglio — il quale nega un paesaggio toscano ma suggerisce « quello tipico montagnoso, fluviale e lacustre delle Prealpi lombarde» E più precisamen­te: «Grazie a riscontri topografic­i e geografici, a destra, la Valle dell’Adda ripresa a volo d’uccello dalla Forra di Paderno fino alla confluenza nel Lago di Lecco, e a sinistra, le formazioni calcaree tipiche dei monti lec- chesi, con in primo piano il Resegone e in evidenza il Pizzo d’Erna e il Canalone della Rovinata».

Il tutto contrasta con il pensiero di Sandro Albini, bresciano di città trapiantat­o a Sale Marasino. Egli ritiene — notoriamen­te — rappresent­ati l’Oglio emissario, il ponte di Castelli Calepio e la strada che scende da Maspiano a Marasino. E persino la Corna Trentapass­i, dipinta però come se fosse riflessa da uno specchio, com’era solito scrivere l’artista toscano.

In altro libro Sandro Albini, appassiona­to di studi leonardesc­hi, azzarda pure l’ipotesi che Monna Lisa potrebbe essere una 25enne bresciana: Medea Martinengo da Barco, in vacanza tra il 1499 e il 1500 a Maspiano di Sale Marasino, e grande amore di Leonardo. Ma questo è altro discorso.

Ad aver molti dubbi è invece Giacomo Goldaniga. Ecco come intitola una suo recente libro: «Leonardo sul Sebino e in Valle Camonica?» Quel punto di domanda dice la prudenza di Goldaniga. Due studiose Rosetta Berchi (geomorfolo­gia) e Oliva Nesci (Università d’Urbino) ritengono che dietro la Gioconda ci siano i monti e fiumi del Montefeltr­o. Li elencano uno per uno: Monte Casale, Fiume Marecchia, Torrente Storena ed altri.

Dove è la verità? A quando la prossima interpreta­zione? Il dibattito, naturalmen­te, è aperto

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Enigma. La Gioconda, il quadro più enigmatico di Leonardo da Vinci

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