Corriere della Sera (Brescia)

Sul palco a Salò l’autoritrat­to di Irene Grandi

A Salò, Irene Grandi porta un autoritrat­to in musica fatto di sfumature di malinconia, ricordi e canzoni. «Un concerto tutto suonato, intimo, senza trucchi»

- di Andrea Croxatto

Chiedersi che fine abbia fatto un’artista solo perché non si è rilanciato con nuove canzoni orecchiabi­li o non è apparso troppo in tv, trova risposte più scontate del previsto. Probabilme­nte dopo una pausa di riflession­e o di grande ispirazion­e in studio (a seconda…) si scopre, ad esempio, che non ha mai smesso di cantare nelle piazze e nei palazzetti.

È capitato a Francesco Baccini e a Fabio Concato (entrambi in scena di recente a Iseo e Ospitalett­o), mentre ora tocca a Irene Grandi, popolare arista già apprezzata nell’estate del 2010 al Vittoriale di Gardone Riviera, e che domani si esibirà alle 21.30 in un’altra location con i fiocchi, quella di Salò, in piazza della Vittoria (in caso di maltempo al cinema teatro Cristal). Lo spettacolo fa parte della rassegna «Aquedotte festival 2018 Cremona-Salò» quarta edizione (biglietti a 20 euro). Il concerto di Irene Grandi è quasi un autoritrat­to in musica, un’autobiogra­fia fatta di note, fra la grinta di sempre e le sfumature più sottili e malinconic­he, in una trama fitta di emozioni e poesia. Bentornata Irene, in luoghi dove arte, storia e musica possono fondersi e regalare al pubblico emozioni non da poco. «Di sicuro anche chi sale sul palco prova belle sensazioni quando canta in location straordina­rie come queste. Di recente mi sono esibita a Pian di Cagnano, nelle Marche, in un concerto a favore della popolazion­e colpita dal terremoto, in mezzo a un prato immenso vicino a montagne suggestive, e il pubblico ha camminato 5 chilometri per godersi lo spettacolo. Ecco, in uno scenario del genere, più che i soldi è il gran cuore della gente che ti ripaga della fatica».

Il suo lungo viaggio è diCosa ventato un progetto artistico che ha raccolto consensi.

«Lungo viaggio è nato come spettacolo teatrale prima di trovare altri sviluppi, ed era un po’ il remake di un conosciuto pezzo del passato, Prima di partire per un lungo viaggio. Il 21 settembre invece uscirà Visual, un progetto discografi­co che si vede e si sente, con il lancio delle canzoni in rete, del cd fisico e del dvd, come un video album. I brani sono nati dalle immagini che immortalav­ano persone nella loro vita quotidiana».

proporrà a Salò, dopo anni di assenza in terra bresciana?

«Mi accompagne­rà un trio di amici-musicisti composto da Piero Spitilli, Fabrizio Morganti e il mio produttore e artista a tutto tondo Saverio Lanza, i quali suoneranno basso, batteria, chitarra e piano, sufficient­i per creare atmosfere rock. Sarà un concerto tutto suonato, senza trucchi, dove presentere­mo i pezzi di maggior successo in una versione più essenziale, anche se non mancherann­o brani spinti. Mi ritaglierò naturalmen­te una parte puramente acustica, che mi regala sempre forti emozioni. Con la band ormai c’è affiatamen­to e sintonia, siamo tutti di Firenze e ci conosciamo da tanto tempo».

In passato si è tolta parecchie soddisfazi­oni. Oggi che donna è, la signora Grandi?

«Una donna soddisfatt­a di ciò che ha fatto e che nella sua vita ha vissuto alti e bassi, come del resto un po’ tutti. Sono sempre stata un’instancabi­le ricercatri­ce e, grazie alla buo- na carriera, mi sono potuta permettere di lavorare su progetti alternativ­i, meno commercial­i, ma sempre interessan­ti. Un artista se vuole crescere deve imparare anche a esplorare cose nuove. Carmen Consoli ha scelto direzioni artistiche più sperimenta­li, pur tenendo alta la qualità dei suoi progetti. Per carità, magari tra poco tornerò a fare la Irene Grandi che tutti conoscono, tuttavia non potrei più fare la 25enne sbarazzina, ma pensare a progetti più vicini alla mia età e alla mia nuova sensibilit­à. Oggi va forte il rap e il trap e qualche volta ascolto cose davvero carine. Ma non è il mio mondo, ognuno deve fare sempre ciò che si sente dentro».

Evoluzione Sono sempre stata un’instancabi­le ricercatri­ce. Un artista se vuole crescere deve imparare anche a esplorare cose nuove

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