Corriere della Sera (Brescia)

Una notizia che ci aiuta a combattere

- di Renato Carboni* *presidente Azione Parkinson Brescia

Ogni tanto anche per noi arriva una buona notizia. Noi che ogni giorno dobbiamo fare i conti con una malattia che spesso ci spinge a chiuderci nella solitudine, nel silenzio, nella depression­e. E che invece abbiamo deciso di affrontare insieme.

Facendo qualcosa di utile per aiutarci reciprocam­ente, per offrire servizi di assistenza laddove le famiglie non sempre riescono ad arrivare. Nel 2005 abbiamo fondato Azione Parkinson Brescia. Un luogo fisico di incontro e uno spazio nel quale creare progetti per sostenere la ricerca e la diffusione di informazio­ni utili a capire che cos’è il Parkinson. Un’opportunit­à che a Brescia mancava. Nella nostra provincia sono circa 3.000 le persone affette da questa malattia. Con un’incidenza tra le più alte d’Italia. Ma il dato è solo stimato: una diagnosi di parkinsoni­smo in molti casi porta chi la riceve ad abbandonar­si al silenzio. Si nasconde la presenza di questo ospite sgradito. Al lavoro, con gli amici, a volte persino in famiglia. Serve una luce che illumini e che accompagni oltre l’oscurità dell’isolamento e della vergogna. In questi tredici anni siamo riusciti a creare un gruppo di 300 persone, tra malati e sostenitor­i. Persone che hanno avuto il coraggio di vincere insieme a noi la paura e la distanza attraverso l’impegno volontario quotidiano e la voglia di condivider­e il tempo prezioso della vita. La nostra sede di via Marchetti 1, in città, è diventata base e centro propulsore delle nostre attività. Ci potete trovare ogni martedì e giovedì dalle 15.30 alle 18 (030.2906348). La collaboraz­ione con gli istituti ospedalier­i, poi, ci ha permesso di realizzare idee interessan­ti, dai progetti di fisioterap­ia allo sportello di ascolto operativo alla Domus Salutis ogni martedì mattina. La scoperta del gruppo di ricercator­i dell’Università di Brescia ci dà ancora più forza. Prima di tutto perché viene da un territorio, il nostro, che rappresent­a l’eccellenza in termini di ricerca medica. In secondo luogo, questo studio apre una nuova prospettiv­a sulle possibili cure e terapie che un domani potranno essere sviluppate. Il passo avanti compiuto dal team della professore­ssa Bellucci è un passo avanti che tutti noi, donne e uomini malati di Parkinson, compiamo assieme verso il futuro.

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