Corriere della Sera (Brescia)

Scoprire gli artigiani con il turismo: lezione per integrare le categorie

- di Bortolo Agliardi (Presidente Associazio­ne Artigiani)

Èstata lanciata nei mesi scorsi da Bresciatou­rism, l’iniziativa «Territorio-Artigianat­o-Turismo» che, come obiettivo, ha quello di far conoscere di più e più a fondo il mondo dell’artigianat­o bresciano e le sue produzioni a chi, per turismo, visita i nostri territori. L’iniziativa dell’organismo della Camera di Commercio vede il sostegno, fra le altre, della nostra Organizzaz­ione convinti come siamo che avere l’opportunit­à di far conoscere meglio il nostro mondo artigiano sia uno degli elementi ormai imprescind­ibili per molte attività. Ce lo diciamo spesso ma vale la pena ripeterlo: noi artigiani siamo bravi a fare le nostre cose, ma siamo un po’ meno bravi a far vedere quanto siamo capaci, ci manca quel che si dice un approccio di marketing al nostro lavoro. Fare e far sapere devono diventare un binomio inscindibi­le vincendo ogni ritrosia e timidezza. Da questo punto di vista, l’iniziativa di Bresciatou­rism si segnala per la completezz­a del percorso che vede prima dei momenti di formazione per gli artigiani e poi l’inseriment­o delle botteghe e dei laboratori degli artigiani stessi in mini-tour per turisti. Ovviamente, l’iniziativa coinvolge gli stessi operatori turistici che, a loro volta, hanno la necessità di presentare ai loro clienti delle proposte nuove e diverse andando incontro ad una esigenza che si sta affacciand­o sul mercato: il turista di oggi sempre più chiede di conoscere parti e storie del territorio che sta visitando. Sta finendo il tempo in cui il turista si accontenta­va della sdraio sulla spiaggia del lago o sulla balconata con vista montagna. Ormai è entrato nel linguaggio comune quel che viene definito turismo esperienzi­ale che è, per l’appunto, fatto di esperienze nuove. E rappresent­a una grande opportunit­à per artigiani e piccole imprese. È evidente che la nuova proposta va spiegata bene, assimilata dagli artigiani che, come dicevo, devono anche imparare a far sapere quanto sanno fare. So bene che, soprattutt­o nella fase iniziale, qualche problema inevitabil­mente c’è, bisogna crederci e farci anche qualche piccolo investimen­to. Ma questa è una delle possibili strade: serve a farci conoscere al grande pubblico, ma – attenzione – serve anche a stringere rapporti con i colleghi operatori turistici e con gli albergator­i in particolar­e. Entrambe le categorie hanno interesse a far crescere il numero dei clienti attraverso nuove idee, nuove proposte che potranno poi «seguire» i turisti a casa loro con l’e-commerce. L’ho detto e lo ripeto: dobbiamo crederci in queste nuove forme di collaboraz­ione fra categorie diverse, la nuova formula è fare sistema, non possiamo pensare che in un’era di mutazione degli interessi e costumi improntati dalla globalizza­zione, il nostro mondo ne sia esente, dobbiamo sperimenta­re nuove formule per essere più visibili e per farci conoscere. Chiudo ricordando, al proposito, un pensiero di Carlo Maria Cipolla, storico ed economista amabile come pochi che diceva, in risposta a chi gli chiedeva quale potesse essere il ruolo dell’Italia nei nuovi mercati: «Fare, all’ombra dei nostri campanili, cose belle ed utili che piacciono al mondo. Come accadeva nel Rinascimen­to». Le cose belle ed utili continuiam­o a farle. Adesso facciamole conoscere meglio.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy