Le arti marziali per professione ma fuori dall’Italia
Di origini honduregne, nata a Piacenza ma cresciuta a Polpenazze, Mara Romero Borella si è ripresa l’America con la forza. Ossia sul ring, anzi in gabbia, combattendo nella Mma, sport che racchiude tutte le arti marziali ed è molto popolare negli States ma sta guadagnando pubblico e consenso anche nel nostro Paese, pur non essendo disciplina olimpica. «Only the brave», solo i più valorosi possono provare a cimentarsi e a lei, 32 anni, la determinazione certo non manca. La sua storia personale in Italia ha avuto alti e bassi: nel 2012 «Maravilla», così viene chiamata, fu arrestata insieme ad altre 36 persone con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Il Coni la bandì per 15 anni nel 2014 in quanto body builder a livello agonistico. In realtà la sua fedina penale è pulita, le accuse rientrarono e negli Stati Uniti, dove la Ufc (Ultimate Fighting Championship) è un marchio globale con rigidi controlli all’ingresso, tutto è filato liscio per il suo approdo nell’élite della disciplina quando è partita da Brescia, inseguendo un obiettivo che sembrava un miraggio. Mara come nome di battaglia ha scelto Kunoichici (una ninja di sesso femminile), si attesta ora al tredicesimo posto in classifica nel ranking e sui social ha numeri da star. Ha mandato al tappeto anche il passato.