TRAFFICO STRADE E SOLUZIONI
Nei giorni scorsi, viaggiando sulla strada che collega Brescia a Salò, sono stato colpito dalla straordinaria intensità del traffico. Ai soliti camion si erano aggiunte le auto e i camper dei turisti, spesso con targa straniera, diretti al Lago di Garda. Il risultato è facile immaginarlo: traffico a singhiozzo, con soste e ripartenze a passo d’uomo. Mentre viaggiavo, ascoltavo alla radio i notiziari, che informavano sul gravissimo incidente di Bologna e su quello in Veneto, in cui sono morti due giovani della Valle Camonica. Era chiaro che dietro quegli eventi così lontani fra loro, come dietro la mia coda, stava una stessa logica perniciosa. Il problema si ripresenta puntuale ogni anno. In un Paese già funestato da un soffocante trasporto su gomma l’aggiunta del traffico dei vacanzieri non può non dare vita a situazioni limite, che sono destinate in alcuni casi a collassare. Lamentare il caso o la sventura sembra un alibi per non affrontare un’emergenza, che si ripete puntualmente e che a ogni stagione sembra ripresentarsi più grave. Inutile aggiungere che l’impennata della colonnina di mercurio negli ultimi giorni ha introdotto una variabile in più, che contribuisce a rendere più faticosa la vita di chi è al volante e meno vigile la sua attenzione. È evidente che l’economia del Paese non può fermarsi perché ci sono le vacanze: già l’esodo agostano blocca fin troppe attività tutte insieme. Ma forse è giunto il momento di interrogarsi sulle priorità.
Possiamo tollerare, in nome della crescita economica, pedaggi sanguinosi come quelli pagati sulle strade nelle ultime ore? Non è giunto il momento almeno di tentare di contemperare la macchina produttiva con la sicurezza? Strade e autostrade non possono trasformarsi in una specie di incubo, in cui il disastro è pronto a esplodere in ogni istante. La strada, lo sappiamo, è uno degli scenari di violenza della modernità. Ma in un paese come il nostro, in cui il trasporto su rotaia è stato lasciato a se stesso e le strade sono espropriate da interminabili colonne di camion, il fenomeno è diventato abnorme, aggravato anche dall’esplosione del traffico automobilistico. Il divorzio fra Ferrovie e Anas voluto dal nuovo governo non dovrebbe impedire ai politici di vedere che le due aziende rinviano ai due corni del dilemma: rotaia o asfalto? E che fra le emergenze nazionali di più urgente soluzione, la strage che nella rassegnazione generale si consuma ogni giorno sulle nostre strade non è la meno allarmante.