Bienno, storie di vino (camuno) I signori della Valle e il loro nettare
Una serata unica quella di stasera, all’insegna della condivisione di spazi se non di vedute, dell’hashtag #valorizzailtuoterritorio: sintesi di Vini di Valcamonica, organizzata dal consorzio Valcamonica Igt ma estesa anche a realtà che non ne fanno parte. Luogo Bienno, uno dei «Borghi più belli d’Italia», al 35 di via Contrizio, presenti 17 cantine camune con oltre una trentina di etichette. Come premessa il ricordare che nel 1956 la superficie vitata della valle era paragonabile a quella dell’odierna Franciacorta: oltre 2.600 ettari. Le cose sono cambiate, gli ettari sono ora poco più di un ventesimo ma si cerca di produrre al meglio, con non pochi risultati interessanti. Riesling, Incrocio Manzoni e Chardonnay le uve a bacca bianca più diffuse, Merlot e Marzemino quelle a bacca rossa, anche se non manca chi coltiva il Pinot Bianco, la Barbera o l’autoctono e quasi scomparso Erbanno. Accanto alle pochissime figure che del vino fanno la loro unica occupazione, tante che lo vivono come seconda attività, come passione evoluta, ma la degustazione di questa sera, ingresso 15 euro con bicchiere a cauzione e un buffet di formaggi e salumi, può sorprendere chi sui vini di Val Camonica ha idee confuse, preconcetti o inconsapevolezza. Sono presenti produttori con poche migliaia di bottiglie e noti negli ambienti dei vini più particolari come Bressanelli, Ligabue, Muraca, realtà storiche come Cultivar delle Volte, Flonno, Rocche dei Vignali, nomi meno conosciuti, Nivelli, Cascina Casola, Carona, Concarena, Rodella, Monchieri, Scraleca, Le Terrazze e più conosciuti, Agricola Vallecamonica, Togni Rebaioli, I Nadre.