Ghemon Un rapper atipico tra rime e poesia
Il rapper anticonformista a Radio Onda d’urto Stasera gli Agnostic Front
Idue appuntamenti musicali che riscalderanno la festa di Radio Onda d’urto, in via Serenissima, vedranno protagonisti sul palco principale gli Agnostic Front e i Slander stasera, mentre domani arrivano Ghemon & Le forze del bene preceduti dal progetto Lemandorle, che mescola musica da club pop e cantautorato (per entrambe le serate entrata a 5 euro dalle 20, info festaradio.org).
Stasera i fedelissimi del punk potranno ascoltare le leggende dell’hardcore made in New York, gli Agnostic Front, in tour per celebrare i 35 anni di attività ininterrotta di una band nata nel 1982 grazie all’estroso chitarrista Vinnie Stigma. In apertura gli Slander, gruppo veneziano di hardcore e punk, e i Gospel of Wolwes. Il giorno dopo, arriva quindi l’atteso rapper avellinese Ghemon (all’anagrafe Giovanni Luca Picariello) accompagnato dalla sua band Le forze del bene, per presentare l’ultimo album Mezzanotte. Ghemon, il fedelissimo compagno d’avventura di Lupin III, il quale con la sua spada tagliava tutto, dal marmo all’acciaio. Ci spiega cosa avete in comune? «Tratti somatici e caratteriali in comune, direi… Nessuno. Anzi, mi affascinava il personaggio proprio perché era molto diverso dal sottoscritto. Lui silenzioso e letale, mentre io proprio silenzioso non sono. Devo aggiungere che tutti i personaggi di quel fumetto sono mitici grazie anche agli aspetti comici che mostravano nei momenti drammatici».
Lei invece questi aspetti li traduce in canzoni di successo. Saranno in molti ad ascoltare alla festa i suoi nuovi pezzi.
«Presenterò le canzoni del mio ultimo disco oltre ad alcuni brani meno recenti. Salirò sul palco grazie alla band Le forze del bene, con i quali ho condiviso quasi un anno di
tour in giro per l’Italia con 50 date, e questa a Brescia sarà una delle ultime. Quindi si tratta di uno spettacolo complessivo ben oliato, canteremo il meglio del meglio di tutte le date precedenti».
Ghemon è cambiato rispetto agli esordi puramente rap quando da ragazzino si ispirava a J-Ax.
«Intanto nei live riesco ad esprimere con più efficacia tutto il concetto artistico rispetto alla registrazione in studio dei pezzi. Diciamo che ora sono più cantante che rapper e le mie strade sono molto personali nel modo di comporre musica e testi»++.
Il rap da parecchi anni è in ascesa e si sono moltiplicati gli interpreti. Non le sembra tutto un po’ inflazionato?
«I numeri dicono questo, perché il linguaggio è diretto e chiaro, comprensibile ai giovani. Certo, alcuni ci provano ma non durano, altri riescono a sfondare di brutto e a riempire i palazzetti, altri ancora arrivano in crescendo. Nel complesso il movimento scoppia di salute».
Qualche giorno fa la sua squadra del cuore, l’Avellino Calcio, è stata estromessa dal campionato di serie B.
«Purtroppo sono tante le società calcistiche fallite negli ultimi anni che hanno ricominciato dai dilettanti. Forse vuol dire che, a parte i soliti squadroni che dominano la scena internazionale, le altre realtà sportive devono imparare a volare in basso. Perché quando subentra una nuova presidenza che prende in mano da zero la società appena fallita, deve poi colmare voragini economiche che in passato hanno penalizzato non solo atleti, ma anche magazzinieri e persone con stipendi normali che tengono famiglia. Per l’Avellino mi dispiace parecchio, me ne farò una ragione».
Evoluzione
Diciamo che ora sono più cantante che rapper e le mie strade sono molto personali nel genere e nel modo di comporre musica e testi