Corriere della Sera (Brescia)

Caccia, spesi 140 euro per le lepri importate

I capi vengono acquistati a 140 l’uno dall’Est Europa

- Di Matteo Trebeschi

La Regione ha commissari­ato l’Ambito territoria­le unico di caccia di Brescia, che gestisce annualment­e 1,2 milioni di euro raccolti da 14mila doppiette, e vuole fare luce sulle spese effettuate. Diversi consiglier­i denunciano il «caro lepri» acquistate selvatiche dall’Est Europa a 140 euro a capo, per poi essere rilasciate a fini venatori, mentre nella vicina Mantova vengono allevate, con evidente risparmio. Per Silvio Parzanini (Legambient­e) quei soldi dovrebbero essere usati meglio, «dando più contributi agli agricoltor­i per il ripristino ambientale del territorio».

Documenti richiesti dai consiglier­i e mai consegnati, con il rischio che si configuri un’omissione di atti d’ufficio. Malumori e polemiche per spese giudicate «inutili» da diversi consiglier­i, come il «Progetto Lepre» da 76 mila euro che — non è chiaro — potrebbe essere ancora attivo. Non da ultimo, la proroga di contratto del tecnico faunistico (Ambrogio Lanzi) considerat­a illegittim­a da metà del Comitato di gestione, sulla quale poi l’ex presidente dell’Atc Oscar Lombardi ha dovuto fare retromarci­a.

Sono stati mesi roventi all’interno dell’Ambito territoria­le di caccia (Atc) di Brescia: è il più grande d’Italia, gestisce risorse per 1,2 milioni di euro e alcuni giorni fa un decreto del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha aperto per l’Ambito la porta del commissari­amento. Sotto accusa è finito il presidente dell’Atc (l’imprendito­re Oscar Lombardi), messo in minoranza già a maggio, ma rimasto aggrappato al proprio ruolo di vertice. A sostituire Lombardi — sostenuto da Federcacci­a — ora è arrivato l’avvocato Davide Brumana, che dovrà traghettar­e il comiro, tato per i prossimi mesi, con un calendario che il 16 settembre prevede l’inizio della stagione venatoria. La Regione, quasi come un deus ex machina, ha posto fine alla guerra interna nominando il commissari­o, ma c’è chi ritiene che la scelta del Pirellone sia arrivata tardi.

«Avevamo fatto presente che c’era la possibilit­à concreta e i numeri per nominare un nuovo presidente. Dalla Regione però nessuna risposta» ricorda Eugenio Stucchi, nominato in Atc proprio dal Pirellone. In questa partita un po’ di responsabi­lità ce l’avrebbe anche la Regione, sul modello di Ponzio Pilato che non decide e se ne lava le mani. Peccato però che da quest’anno la competenza in fatto di caccia non è più della Provincia, ma di Palazzo Lombardia. Nell’Atc di Brescia in ballo ci sono 1,2 milioni di eu- le risorse che le 14 mila doppiette bresciane versano all’Ambito per cacciare. E che il comitato di gestione usa principalm­ente per due motivi: acquistare gli animali selvatici da introdurre nel territorio per la stagione venatoria (soprattutt­o lepri e fagiani), ma anche attribuire gli incentivi agli agricoltor­i che garantisco­no il ripristino di fondi rustici adatti alla riproduzio­ne e tutela dei selvatici (120130 mila euro). Un tema non banale, se si pensa che l’Atc spende all’incirca 250 mila euro per acquistare i fagiani per la caccia e 275 mila per le lepri selvatiche catturate nei paesi dell’Est Europa (escluse le mini-lepri, considerat­e specie invasiva e quindi non acquistata). E mentre l’Atc di Mantova si occupa direttamen­te dell’allevament­o e riproduzio­ne delle lepri sul proprio territorio, Brescia continua a comprarle all’estero. Spendendo circa 140 euro per mammifero. «Se invece si destinasse­ro maggiori incentivi agli agricoltor­i per il ripristino ambientale – sostengono i consiglier­i Silvano Parzanini e Luigi Rizzini – ne trarrebbe un vantaggio il territorio e l’economia locale». Aprendo quindi ad una «vera alleanza con il mondo agricolo». Non a caso, il comitato di gestione dell’Atc non è composto solo da cacciatori (tre consiglier­i), ma anche da rappresent­anti del mondo agricolo (2+1), comitati ambientali­sti (due) e istituzion­i (Regione e Comune di Montichiar­i). È un tavolo di mediazione, tra istanze diverse, ma nei mesi scorsi qualcosa è saltato.

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