Caccia, spesi 140 euro per le lepri importate
I capi vengono acquistati a 140 l’uno dall’Est Europa
La Regione ha commissariato l’Ambito territoriale unico di caccia di Brescia, che gestisce annualmente 1,2 milioni di euro raccolti da 14mila doppiette, e vuole fare luce sulle spese effettuate. Diversi consiglieri denunciano il «caro lepri» acquistate selvatiche dall’Est Europa a 140 euro a capo, per poi essere rilasciate a fini venatori, mentre nella vicina Mantova vengono allevate, con evidente risparmio. Per Silvio Parzanini (Legambiente) quei soldi dovrebbero essere usati meglio, «dando più contributi agli agricoltori per il ripristino ambientale del territorio».
Documenti richiesti dai consiglieri e mai consegnati, con il rischio che si configuri un’omissione di atti d’ufficio. Malumori e polemiche per spese giudicate «inutili» da diversi consiglieri, come il «Progetto Lepre» da 76 mila euro che — non è chiaro — potrebbe essere ancora attivo. Non da ultimo, la proroga di contratto del tecnico faunistico (Ambrogio Lanzi) considerata illegittima da metà del Comitato di gestione, sulla quale poi l’ex presidente dell’Atc Oscar Lombardi ha dovuto fare retromarcia.
Sono stati mesi roventi all’interno dell’Ambito territoriale di caccia (Atc) di Brescia: è il più grande d’Italia, gestisce risorse per 1,2 milioni di euro e alcuni giorni fa un decreto del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha aperto per l’Ambito la porta del commissariamento. Sotto accusa è finito il presidente dell’Atc (l’imprenditore Oscar Lombardi), messo in minoranza già a maggio, ma rimasto aggrappato al proprio ruolo di vertice. A sostituire Lombardi — sostenuto da Federcaccia — ora è arrivato l’avvocato Davide Brumana, che dovrà traghettare il comiro, tato per i prossimi mesi, con un calendario che il 16 settembre prevede l’inizio della stagione venatoria. La Regione, quasi come un deus ex machina, ha posto fine alla guerra interna nominando il commissario, ma c’è chi ritiene che la scelta del Pirellone sia arrivata tardi.
«Avevamo fatto presente che c’era la possibilità concreta e i numeri per nominare un nuovo presidente. Dalla Regione però nessuna risposta» ricorda Eugenio Stucchi, nominato in Atc proprio dal Pirellone. In questa partita un po’ di responsabilità ce l’avrebbe anche la Regione, sul modello di Ponzio Pilato che non decide e se ne lava le mani. Peccato però che da quest’anno la competenza in fatto di caccia non è più della Provincia, ma di Palazzo Lombardia. Nell’Atc di Brescia in ballo ci sono 1,2 milioni di eu- le risorse che le 14 mila doppiette bresciane versano all’Ambito per cacciare. E che il comitato di gestione usa principalmente per due motivi: acquistare gli animali selvatici da introdurre nel territorio per la stagione venatoria (soprattutto lepri e fagiani), ma anche attribuire gli incentivi agli agricoltori che garantiscono il ripristino di fondi rustici adatti alla riproduzione e tutela dei selvatici (120130 mila euro). Un tema non banale, se si pensa che l’Atc spende all’incirca 250 mila euro per acquistare i fagiani per la caccia e 275 mila per le lepri selvatiche catturate nei paesi dell’Est Europa (escluse le mini-lepri, considerate specie invasiva e quindi non acquistata). E mentre l’Atc di Mantova si occupa direttamente dell’allevamento e riproduzione delle lepri sul proprio territorio, Brescia continua a comprarle all’estero. Spendendo circa 140 euro per mammifero. «Se invece si destinassero maggiori incentivi agli agricoltori per il ripristino ambientale – sostengono i consiglieri Silvano Parzanini e Luigi Rizzini – ne trarrebbe un vantaggio il territorio e l’economia locale». Aprendo quindi ad una «vera alleanza con il mondo agricolo». Non a caso, il comitato di gestione dell’Atc non è composto solo da cacciatori (tre consiglieri), ma anche da rappresentanti del mondo agricolo (2+1), comitati ambientalisti (due) e istituzioni (Regione e Comune di Montichiari). È un tavolo di mediazione, tra istanze diverse, ma nei mesi scorsi qualcosa è saltato.