Serratia killer Migliorano i sei bebè infetti
Uno dimesso in queste ore. Nessuna complicazione legata al Serratia marcescens
Migliorano le condizioni dei sei bimbi prematuri «attaccati» dal batterio Serratia marcescens nel reparto di Terapia intensiva del Civile, costato la vita al piccolo Paolo: nato di sole 22 settimane alla fine di giugno, si è arreso in ospedale il 6 agosto. Anche il gemellino ha contratto l’infezione. Tutti i test condotti sono negativi, ma il reparto resta chiuso fino a quando anche gli ultimi confermeranno questo risultato, e si procederà alla bonifica definitiva.
L’allarme è rientrato. Per i piccoli «non abbiamo registrato alcuna nuova complicazione legata al contagio da Serratia marcescens», assicura il primario della Terapia intensiva neonatale al Civile, Gaetano Chirico. Ancora sei i bimbi prematuri «attaccati» dal batterio che il 6 agosto scorso ha stroncato la vita del piccolo Paolo, nato a sole 22 settimane. Uno di loro dovrebbe peraltro essere (stato) dimesso proprio in queste ore.
I piccoli quindi migliorano. Quelli in condizioni «più delicate» e stabili, lo sono in base «a una serie di problematiche diverse» e legate al personale quadro clinico. Non al batterio. La fase critica per l’infezione è comunque superata, anche se questi bimbi, giustamente sotto osservazione, particolarmente vulnerabili al batterio lo erano proprio a causa della loro prematurità.
Nessuna novità quindi anche in relazione all’epidemia: «Tutti i test che abbiamo condotto sono risultati negativi, ma accertamenti specifici sono ancora in corso». Ecco perché il reparto resta ancora chiuso ai nuovi accessi, fino a che «anche gli ultimi controlli non confermeranno i risultati avuti fino a qui: condotti in primis sui pazienti portatori, sul personale e negli ambienti». Fino alla «bonifica completa» e alla riapertura della Terapia intensiva.
Era il 20 luglio quando sono iniziate tutte le procedure per contenere l’infezione. E quando anche il tampone del piccolo Paolo risultò positivo. Una decina di casi in tutto, registrati in successione fino a quel drammatico 6 agosto, quando lui, già fragilissimo, si è dovuto arrendere all’attacco del Serratia. Tra i primi ad esserne colpito anche il suo gemellino, che si sta pian piano riprendendo. Come prevedibile, «non abbiamo ancora trovato l’origine del focolaio».
La procura ha iscritto nel registro degli indagati 16 persone, tra medici e operatori sanitari (sostanzialmente tutto il reparto) per omicidio colposo: un atto di garanzia per consentire loro di partecipare all’autopsia sul bimbo. Anche l’Ats ha avviato un’indagine interna sulla vicenda.
I test finora sono tutti negativi, ne stiamo facendo altri: il reparto di Terapia intensiva resta chiuso fino a quando anche gli ultimi controlli potranno confermare questi risultati