Finita la Repubblica sociale, fu caccia grossa alle sue carte
Un paese vive la sua storia tra strade e palazzi, monumenti e opere d’arte: elementi ben visibili. A volte, però, la Storia non lascia traccia materiale del suo passaggio ed allora vengono a mancare argomenti di conoscenza e tasselli che consentirebbero di ricostruire periodi rilevanti. Prendiamo Gargnano, indubbia capitale della Repubblica sociale italiana tra l’autunno 1943 e la primavera 1945: a Palazzo delle Orsoline era operativo il Quartier Generale di Mussolini, a Palazzo Bettoni Cazzago di Bogliaco la Presidenza del Consiglio. E molto altro.
Non c’è traccia di quel periodo controverso e delicato. Assenti i segni del passaggio di quel Fascismo agonizzante, sull’alto lago lo sforzo per approfondire quei discussi mesi passa attraverso ricerche e pubblicazioni, lezioni en plein aire e conferenze, nel tentativo di fornire elementi conoscitivi certi, scongiurando nostalgie fuori luogo.
Di questi temi, con particolare riflessione sugli ultimi giorni di aprile e il maggio 1945, si parlerà davanti al porticciolo del paese domani, lunedì, alle 21 nell’ambito della manifestazione “Cultura in piazza” che al primo appuntamento ha raccolto 250 presenti. Organizza l’Associazione Oggicultura, col sostegno dell’assessorato alla Cultura e della Associazione Musicale “Meandro” per i brani musicali. Degustazioni della “Cantina di Bacco”.
Nei convulsi giorni di fine conflitto il Garda fu percorso dalla bufera fascista ormai allo sbando. Sparirono enormi quantitativi di documenti, mai riapparsi. Si trattò di una minuziosa opera di «bonifica» degli ufficiali repubblichini, che nelle stufe dei palazzi del regime bruciarono molti documenti. Dopodiché, per semplificare le operazioni, buttarono le carte in spazi all’aperto, appiccandovi il fuoco. Il resto lo fecero sparire, alimentando il mercato clandestino dei documenti.
Anche l’arrivo degli Alleati scatenò una caccia alle carte raccontata nel libro «Saccheggio sul lago. I documenti perduti della Rsi», di Bruno Festa. Lunedì l’autore illustrerà i momenti più importanti e le sollecitudini degli Alleati che sul Garda concentrarono ben dieci dei ventidue “Monument Mens” operativi in Italia. Tra questi il Capitano William McCain, responsabile della Quinta Armata americana per gli Archivi della Lombardia. (re.c.)
Bruciati molti documenti, altri si salvarono e finirono sul mercato clandestino