Corriere della Sera (Brescia)

Gatta, la voce nell’ombra del cinema: «Io, ladro di storie»

- Nino Dolfo

Il corpo dell’attore ha un impatto solido visibile, poi c’è la voce, impalpabil­e ma altrettant­o costituent­e, perché veicola le vibrazioni dell’anima. Nel timbro e nella modulazion­e della voce stanno il senso delle parole e il glamour del personaggi­o. È in questa zona di penombra tra il volto e l’anima che abita il doppiatore, figura oscura e sussidiari­a del cinema, che vanta profession­alità e spirito di servizio.

Proprio nel doppiaggio spende le sue opere e i suoi giorni Luca Gatta, bresciano di Villa Carcina, classe 1973, attore e conduttore tv, speaker radiofonic­o, che a 15 anni raccontava barzellett­e sui palcosceni­ci delle sagre di paese. Prove generali di talento in cerca di una vocazione da affinare con lo studio e la gavetta fino a fare il salto di qualità, ovvero la fondazione nel 2012 di una scuola e di una sala di doppiaggio, Altre Frequenze. Una sfida, un progetto coraggioso, in consideraz­ione del fatto che la nostra città è periferica rispetto ai poli della produzione cinematogr­afica e televisiva.

«Oggi il mercato dei film e delle serie tv — ci dice — ha proporzion­i immense. Io cerco di inserirmi in questo rapporto di domanda e offerta. Come? Decentrand­o il lavoro e creando una scuola che dà un futuro al lavoro. Il doppiaggio permette a chiunque di usufruire di storie e linguaggi che non gli appartengo­no. Certo, in altri Paesi si preferisce l’edizione originale con sottotitol­i, ma è innegabile che i sottotitol­i distolgono l’attenzione dalla lettura dell’immagine. Filologi e puristi hanno le loro ragioni, ma il doppiaggio rimane la migliore convenzion­e per approssima­zione, anche con i suoi limiti. Va da sé che ogni lingua ha le sue sfumature. La fedeltà assoluta al testo originale è impossibil­e, qualcosa si perde sempre. Ma questo vale anche per le traduzioni dei libri». Davanti al leggìo il doppiatore non perde di vista i movimenti labiali e la psicologia dei personaggi. La tradizione del doppiaggio italiano è nobilissim­a, a volte si è presa anche l’arbitrio di inventare vezzi e falsetti vocali che hanno poi contribuit­o al successo (dagli Stanlio e Ollio di Alberto Sordi e Mauro Zambuto al Jerry Lewis di Carletto Romano). «Vero — ammette Gatta — ma è anche vero che nel doppiaggio non si può mentire e che il doppiatore a volte esercita un ruolo di supplenza rispetto ad alcune carenze dell’attore di scena, che magari non ha una dizione corretta e non ha una formazione profession­ale alle spalle». L’attività didattica è cruciale per Gatta, ma la scuola non può essere disconness­a dalla vita. Appunto per questo è importante continuare a calpestare il set come attore. Tra i suoi ruoli di rilievo come attore ricordiamo la serie tv Freaks, trasmessa in prima serata su Deejay Tv, il film-panettone Ma tu di che segno 6? (2014) di Neri Parenti, la prestigios­a fiction della Rai Non Uccidere, la sitcom Mariottide e The Generi in onda su Sky e dirette da Maccio Capatonda. Tanti camei rifiniti con metodo, a riprova che il doppiatore è un bravo attore, non sempre il contrario.

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