Corriere della Sera (Brescia)

Viadotti, per consolidar­li servono sette milioni

La Provincia è già intervenut­a in diverse situazioni. Entro fine mese una mappa dettagliat­a per Roma

- Di Matteo Trebeschi

A nove giorni dal crollo del ponte di Genova nessuna azienda osa alzare il telefono. Ci sono 43 morti. E sarebbe irreale lamentarsi di viadotti chiusi, oppure agitare lo spauracchi­o di decine di esuberi per le limitazion­i di carico imposte ai Tir. Eppure, per mesi e mesi è andata proprio così: «Sa quante pressioni abbiamo subito? Non è stato semplice — ammette l’architetto Giovan Maria Mazzoli, dirigente del settore Strade — ma la Provincia ha fatto la cosa giusta». E cioè emanare decine di ordinanze per limitare il transito di veicoli sopra un certo tonnellagg­io: i casi più emblematic­i sono il divieto ai trasporti eccezional­i per il tratto di tangenzial­e che sovrasta la rotonda dello svincolo di Brescia Centro (puntellato, in attesa dei lavori di consolidam­ento) e i limiti di transito per il viadotto di Concesio sulla Sp19. Se «oggi la situazione è sotto controllo – come ha ricordato il presidente Pierluigi Mottinelli – è perché la Provincia è già intervenut­a su diversi cavalcavia: è il caso di Castegnato e Pisogne (Sp510), oppure di Collio e Cimbergo dove i ponti sono stati consolidat­i». «Non abbiamo chiuso strade – spiega il presidente della provincia Pierluigi Mottinelli –, ma abbiamo imposto delle limitazion­i di transito». Accesso vietato ai mezzi pesanti sui ponti di Cividate Camuno, Concesio, Desenzano, Manerbio, Bassano, Verolanuov­a, Gottolengo. Decisioni prese grazie alla «mappatura» avviata un anno e mezzo fa dalla Provincia, che ha affidato all’Università (Dicatam) il compito di controllar­e uno ad uno i 480 viadotti, partendo dai più critici. Finora, sono 140 i ponti già passati all’esame dai tecnici, soprattutt­o tra i 200240 che interessan­o i «corridoi» dei mezzi pesanti: se 44 tonnellate è la soglia oltre la quale un carico diventa eccezional­e, a Brescia i trasporti sono arrivati a pesare fino a 500 tonnellate. Al di là della decina di strutture da «bollino rosso», già menzionate, ci sono altri 30-40 ponti da «bollino arancione» che richiedono consolidam­enti. Servirebbe­ro almeno 6-7 milioni, che però non ci sono. Il nodo risorse è centrale, se solo si pensa che le province in questi anni hanno dovuto garantire manutenzio­ne e bitumature con bilanci risicati. Infine, tre giorni fa il provvedito­rato alle Opere pubbliche ha chiesto anche ai Comuni di segnalare entro il 30 agosto le situazioni di disagio di ponti e viadotti: «Come Upl mi sono mosso per coordinare il lavoro con Anci e Regione Lombardia – dice Mottinelli – ma come si può chiedere agli enti locali una ricognizio­ne che richiede mesi di lavoro e tecnici specializz­ati?» Di certo, un ponte non basta osservarlo dall’esterno.

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Genova Il crollo del ponte Morandi ha ucciso 43 persone

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