Corriere della Sera (Brescia)

Il supplente «cronico» va risarcito dal ministero

Il professore di matematica dovrà essere risarcito

- di Alessandro Carboni

Per dieci anni ha fatto l’insegnante supplente di matematica in alcuni istituti sparsi su alcune province, tra cui Brescia. Proprio il Tar di Brescia ha accolto il ricorso del professore contro il Ministero: lo Stato dovrà pagare i mesi in cui l’insegnate non ha percepito lo stipendio.

La cattedra come miraggio. Da gennaio 2003 fino a settembre 2012, quando come una benedizion­e è arrivata l’assunzione in ruolo. Nel mezzo tante supplenze, di un anno o di qualche mese, in diversi istituti tecnici del Paese, tra Brescia, Bologna e Catania. E poi le battaglie giudiziari­e contro il Ministero dell’Istruzione. L’ultima al Tar di Brescia che ieri, con una sentenza, ha accolto in via definitiva il ricorso di A.L., docente di elettronic­a e matematica, presentato per denunciare l’irregolari­tà di questa lunga serie di contratti a tempo determinat­o. Con il provvedime­nto, firmato dal presidente della Prima Sezione Roberto Politi, sono state stabilite modalità e tempistich­e che lo Stato dovrà rispettare per il risarcimen­to delle mensilità non pagate in tutti i periodi di interruzio­ne del rapporto di lavoro, dal primo contratto fino all’immissione in ruolo.

Già nel 2011 il prof si era rivolto al Tribunale di Brescia per denunciare «l’illegittim­a reiterazio­ne dei rapporti a tempo determinat­o». Alla base dell’accusa i contenuti del decreto legislativ­o 368 del 1999 che prevede la possibilit­à di otto rinnovi con un limite massimo di 36 mesi. Anche il quel caso i giudici avevano dato ragione all’insegnante, ordinando al Ministero di pagare subito il dovuto. Un importo che il ricorrente ha quantifica­to con la consulenza dei suoi legali: la stima supera i 25mila euro, esclusi gli interessi legali. Ma da Roma non si è mosso ancora un centesimo. Almeno fino a ieri, quando il Tar ha nominato un commissari­o ad acta, un funzionari­o incaricato dal direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, a cui verrà affidato il compito di calcolare, entro quattro mesi, gli importi esatti da bonificare al professore. «Al ricorrente spettano le mensilità corrispond­enti all’interruzio­ne dell’attività lavorativa» specifica la sentenza. Oltre ai mesi di luglio e agosto, quindi «il risarcimen­to riguarda tutti gli intervalli non coperti dai singoli rapporti di lavoro, comprese le frazioni di mese». Secondo quanto disposto dal Tar le retribuzio­ni mensili («che dovranno essere regolarizz­ate sotto il profilo previdenzi­ale con il versamento dei relativi contributi») corrispond­eranno ognuna all’ultimo netto complessiv­o ricevuto in busta paga. Una volta detratte le indennità corrispost­e, dovranno essere applicati gli interessi legali. Al Ministero, infine, toccherà sborsare anche i 1.500 euro per le spese di giudizio.

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I conti tornano Un insegnante di matematica, supplente per dieci anni, ha vinto il ricorso contro il ministero dell’Istruzione
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ScuolaPer i magistrati il supplente «cronico» ha diritto al risarcimen­to dei mesi che non sono stati pagati per sospension­e dall’incarico

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