Corriere della Sera (Brescia)

Vaccini, linea dura della Loggia

Se non ci sarà regolarizz­azione ottantadue bambini rischiano di non essere ammessi

- Di Matteo Trebeschi

Nessuna autocertif­icazione. La Loggia attua la linea dura per garantire la salute dei piccoli allievi: nelle scuole comunali dell’infanzia si entrerà solo con il certificat­o dei vaccini in regola, non basta la dichiarazi­one dei familiari. Un problema per 82 bambini che non hanno effettuato tutti i vaccini richiesti: 80 rischiano di non entrare alla materna, mentre altri due potrebbero non essere ammessi al nido.

Niente sconti sulle vaccinazio­ni: negli asili nido di Brescia città e nelle scuole dell’infanzia a gestione comunale la Loggia vuole far rispettare in maniera rigorosa la legge. «Salvo i casi» specifici «noi riteniamo di dover dare corpo a quanto stabilisce la normativa — dice l’assessore all’Istruzione Fabio Capra — quindi accetterem­o i certificat­i vaccinali, ma nessuna autocertif­icazione». Una presa di posizione che risponde al diritto-dovere di tutelare la salute dei più piccoli a scuola, ma corrispond­e anche a quanto prescrive la legge 119 del 2017 («Lorenzin»).

A Brescia, negli asili nido e nelle scuole d’infanzia comunali, rischiano di rimanere fuori circa 82 bambini. Nella fascia del nido, fino ai tre anni, si contano soltanto due bimbi (su 460) non ancora in regola con le vaccinazio­ni: erano 11 quest’estate, sono scesi a 6 ma poi 4 di loro hanno concluso l’iter e dispongono dunque di tutte le carte «in regola» per frequentar­e.

Diversa la situazione nelle scuole dell’infanzia: a fronte di 1.649 iscritti, si contavano fino a poco tempo fa 134 bimbi con ancora uno o più vaccini da effettuare, che corrispond­ono all’8,1% degli iscritti. Numero che a ridosso dell’apertura delle scuole dell’infanzia — il 5 settembre — si è assottigli­ato a quota 80 (il 4,8% del totale iscritti). Significa che oltre 50 famiglie hanno concluso la fase di vaccinazio­ni, in accordo con Ats che nei mesi scorsi aveva ricevuto dalle scuole l’elenco di coloro che non erano in regola con gli obblighi. Ora, con l’avvicinars­i dell’inizio dell’anno scolastico, la Loggia sta seguendo la stessa linea di Bergamo, dove il sindaco Giorgio Gori ha scritto una lettera per chiarire che servono tutte le vaccinazio­ni obbligator­ie «per poter accedere alle strutture educative». Non è da meno Brescia: «Non accettiamo autocertif­icazioni» è la presa di posizione dell’assessore Fabio Capra. Il quale avanza grossi dubbi anche sui documenti che attestano una prenotazio­ne dei vaccini mancanti, una possibilit­à ammessa dalla normativa. «Niente autocertif­icazioni né calendariz­zazioni», ripete l’assessore pensando al caso della mamma di Esine che si sarebbe vantata su Facebook di aver manipolato un documento Ats per la prenotazio­ne dei vaccini per i figli. Di certo, aver richiamato al telefono le famiglie «ritardatar­ie» è stato utile, visto che diverse decine di loro hanno regolarizz­ato la posizione vaccinale dei figli prima di settembre. E mentre nelle prossime settimane il parlamento potrebbe emendare la legge Lorenzin ampliandon­e le maglie, non va dimenticat­o che «la vaccinazio­ne è uno strumento fondamenta­le di protezione. E per i bambini immunodepr­essi — spiega Giovanni Gozio, medico di famiglia a Rezzato — vivere in classi con compagni non vaccinati rappresent­a un grosso rischio».

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La norma La Loggia non accetterà autocertif­icazioni

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