Verziano bis, Bazoli: bene, ora altri fondi
Soddisfazione bipartisan per lo sblocco dell’iter. Bazoli: «Per una struttura all’avanguardia necessari 30 milioni»
C’è soddisfazione bipartisan per l’ok del ministero (datato 4 luglio) alla progettazione del raddoppio del carcere di Verziano, che sarà pronto dal 2022 e potrà ospitare 400 detenuti. Il parlamentare Pd Alfredo Bazoli, che nella scorsa legislatura ha insistito per ottenere gli attuali finanziamenti (16,6 milioni) ricorda però che per una struttura completa e all’avanguardia «di milioni ne servono 30». Anche per l’assessore ai Lavori Pubblici Valter Muchetti, i fondi vanno integrati. «Se serviranno altre risorse le chiederemo e le otterremo» promette la parlamentare leghista Simona Bordonali.
Lo sblocco dell’iter ministeriale per raddoppiare il carcere di Verziano incassa la soddisfazione di tutte le forze politiche. L’affidamento della progettazione esecutiva (ne ha scritto ieri il Corriere) tra sei mesi porterà alla gara per l’affidamento dei lavori (nel 2019). Nelle casse del ministero delle Infrastrutture ci sono 16,6 milioni, anche se «serviranno 30 milioni per avere una struttura completa» commenta il parlamentare Pd Alfredo Bazoli, membro della commissione Giustizia che nella scorsa legislatura si è impegnato in prima persona «per avere il finanziamento di 15 milioni su Verziano, concesso dal ministro Orlando».
Sulla stessa linea l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Valter Muchetti: «Servirà una cifra maggiore se si vorrà realizzare anche il casermaggio per gli agenti di polizia penitenziaria, nuove strutture sportive e spazi per le attività lavorative collaterali». A loro risponde indirettamente la parlamentare leghista Simona Bordonali: «L’importante è che l’opera si sia sbloccata. Se serviranno altri fondi ci impegneremo a richiederli al ministero competente, al quale io e il collega Stefano Borghesi abbiamo già chiesto un incontro». In città erano in molti a temere che, con il nuovo governo, il progetto carcere si fosse arenato; a loro risponde il parlamentare 5 Stelle Claudio Cominardi, collega di partito del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli: «È un tassello importante verso lo sblocco di una situazione insostenibile. L’attenzione del M5S alle necessità del territorio e dei cittadini passa anche da questi atti concreti». Tutti ora promettono un supplemento d’attenzione al progetto, «affinché non ci siano altri ritardi» e i lavori (che si presume saranno a lotti) possano partire davvero entro il 2019, per concludersi nel 2022.
La peculiarità di Verziano è il fatto di trovarsi circondato da campi. E il ministero non dovrà spendere altri soldi per acquisire le aree necessarie all’espansione. La Loggia entrerà a breve in possesso di 74mila metri quadrati di campi appartenenti all’azienda agricola Verziano, cedendo in cambio un suo gioiello, palazzo Bonoris di via Tosio (che nessuno ha voluto comprare all’asta per 3,3 milioni). «L’accordo c’è, manca solo la firma» assicura l’assessore Muchetti, a cui va il merito di aver avuto l’idea vincente della permuta, che è servita anche a disinnescare il contenzioso giudiziario con i proprietari dei campi, i quali dalla giunta Paroli avevano ottenuto in cambio ben 28mila metri quadrati di aree residenziali al Villaggio Sereno (cancellate dal Pgt green di Del Bono). Permuta che farà scattare un altro scambio: la Loggia in cambio di quei terreni otterrà dal demanio un bel pezzo della caserma Randaccio, dove vuole realizzare il polo scolastico del centro città.
Tornando all’ampliamento di Verziano, Muchetti ricorda il grande lavoro di pressing fatto sul ministero («dai miei uffici partiva una mail alla settimana») e sottolinea con forza l’importanza del nuovo carcere per Brescia (l’opera pubblica più importante dopo il PalaEib): «Canton Mombello, dove ci sono i detenuti in attesa di giudizio, è al limite della sopportazione e serve un carcere che possa garantire anche a loro una dimensione più umana, una struttura che sia strumento rieducativo e non meramente punitivo, per poter dare ai detenuti la speranza di poter cambiare e, lavorando, compensare la comunità di parte delle ferite che le hanno inferto». E ancora: «Ora dobbiamo impegnarci affinché i tempi indicati dal ministero della Giustizia vengano mantenuti e perché i fondi stanziati non prendano un’altra direzione. Confido che tutte le forze politiche remino nella stessa direzione». Anche Bazoli sottolinea l’importanza dell’affidamento del progetto esecutivo: «La realizzazione dell’opera diventa così irreversibile, anche se serviranno altri fondi per completarlo». Eppure con i 16 milioni già in cassa il ministero prevede di ristrutturare parte della struttura esistente (2 milioni) e spendere altri 11 milioni per un nuovo padiglione detentivo con 320 posti, con cucine e locali per il tempo libero al piano terra e camerotti a 4 posti al primo e secondo piano. È già previsto anche un padiglione per i laboratori lavorativi e aule scolastiche (elementari, medie e superiori) e una caserma per gli alloggi degli agenti di polizia penitenziaria e le loro famiglie. «Attendiamo di vedere il progetto esecutivo — spiega Muchetti — ma la caserma richiederà uno sforzo economico notevole se si vogliono realizzare alloggi per tutti gli agenti e le loro famiglie, che potrebbero in alternativa utilizzare le abitazioni ad edilizia convenzionata che il Comune ha in programma».
Bazoli ricorda lo studio preliminare del ministero: «I nuovi padiglioni verranno realizzati sull’attuale sedime anche laddove oggi ci sono le strutture sportive. Andranno quindi recuperate le aree verdi e realizzata una colonia agricola nei campi limitrofi, che il comune sta per rilevare». Bazoli infine si augura che i progettisti torinesi (Tecnicaer Engineering Srl, Rpa Srl e Progettisti Associati Tecnarc) e il ministero pensino «ad una progettazione partecipata, coinvolgendo le associazioni territoriali, dalle realtà del privato sociale alla polizia penitenziaria, in modo da avere una struttura il più all’avanguardia possibile».
Valter Muchetti Positivo il via ai lavori ma serviranno altri fondi per alloggi delle guardie e strutture collaterali
Simona Bordonali
L’importante è che l’opera si sia sbloccata e parta. Se serviranno altri fondi noi li richiederemo