UNITI PER SALVARE LE CHIESE
Per chi ama l’arte, il crollo del tetto di San Giuseppe dei Falegnami a Roma nei giorni scorsi è un dispiacere. Nei sacerdoti bresciani, più di tutti quanti hanno cura di chiese in pessime condizioni, il rammarico è grande. Non mentono se, allargando le braccia, dicono che non hanno mezzi per restaurare o consolidare o semplicemente rattoppare il tempio di cui hanno cura. Vorrebbero, ma non possono. Lo si sa bene. Resta comunque il fatto (ne abbiamo parlato le scorse settimane) che più di un centinaio di chiese, delle 1.200 che arricchiscono il Bresciano, sono in pericolo. Per molte il rischio è serio. E sono spesso le più antiche e adorne di tesori. Diciamo le più belle, anche se la casa del Signore non è mai né brutta né bella. Ma un conto è se si arrugginisce una baracca metallica da cantiere edile e un conto se si guasta un edificio romanico. Ecco allora che non si può star a guardare indifferenti. Resta aperto un interrogativo: che devono fare i responsabili? Per tenere in piedi un edificio carico di storia servono tecnici, operai, restauratori, E nessuno può lavorare come si diceva un tempo “per la césa dè Ader” Allora la parrocchiale del paese in Franciacorta venne edificata con il lavoro domenicale volontario degli abitanti. Dobbiamo rassegnarci all’inesorabile? Inaccettabile. Perché prima o poi - e chi lo sostiene non è una Cassandra - vedremo afflosciarsi come a Roma qualche altra chiesa zeppa di tesori. È il destino di ogni edificio che negli anni non è stato curato o, peggio, malcurato.
È tempo di un rimedio nel Paese che continua a gloriarsi dei suoi gioielli; perché di questo passo dovrà piangerli con lacrime da coccodrillo . La voragine che un drone ci ha scodellato ci ha fermato il boccone in bocca. San Giuseppe dei falegnami come un cratere, come un dente cariato. L’auspicio di chi ama l’arte è che le forze di Brescia (tutte), riunite, esaminino la situazione nel complesso. Senza badare alla proprietà – ci sono chiese della diocesi, chiese del Comune e di privati - venga steso un rapporto e stabilite le urgenze. E dopo? Se proprio non si troveranno i soldi per le urgenze ricorreremo a Fra Galdino manzoniano. Lui, per il suo convento, girava a raccogliere noci. E nel convento ci viviamo tutti.